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Alla ricerca della cattiveria perduta. Internet e la critica buonista

Da Marcoscataglini
PictureA volte è un po' desolante. Girare per i blog fotografici, può essere un'esperienza poco accattivante per chi, come me, non è particolarmente interessato agli aspetti meramente tecnologici della fotografia (tipo conta megapixel, tipo ultime novità sul mercato, ecc. ecc.), e piuttosto vorrebbe scoprire e condividere esperienze interessanti nel campo della fotografia creativa. Debbo dire che su Flickr si possono trovare diverse gallerie (a parte le mie!) e molti gruppi di discussione legati alla fotografia lo-fi e fine art, come qui, qui, qui e anche qui. Ma certo sono minoritari rispetto alla massa enorme di immagini, gallerie e collezioni di fotografie generalmente banali e desolatamente "già viste". Sia chiaro, ognuno fotografa come vuole e ciò che vuole, ci mancherebbe, ma a volte ci si chiede se tutta questa mole di fotografie oramai disponibile con facilità e a ogni ora del giorno online faccia poi davvero bene alla fotografia intesa come arte o modalità di espressione. Temo di no. Tecnicamente il livello medio, forse, ha fatto qualche passo avanti, ma dal punto di vista iconografico temo che i passi indietro siano stati enormi. Anche perché le critiche sono state abolite dalla netiquette: i commenti alle foto postate sui vari siti o sui social networks sono sempre -o quasi- impostati sul tono di ammirazione a base di wow, great, bellissimo, sei unico, ecc. ecc. Mai che ci sia una motivazione precisa dietro una così sperticata ammirazione: si tratta di semplici buone maniere, nella speranza che la persona, vedendo il commento alla propria immagine, ricambi il favore. E così è tutto un intrecciarsi di buonismo e frasi fatte, che in effetti lascia di stucco. Se una foto piace, occorre motivare questa preferenza (mi emoziona, è ben composta, ha una luce magnifica, bei colori, è un bianco e nero curato, ecc.), se non piace, si deve spiegare all'autore perchè (composizione poco efficace, è poco nitida, soggetto inesistente, messaggio incomprensibile, e così via), senza timore di offendere. Però pochi si comportano in questo modo, e i risultati si vedono...

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