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Alla ricerca di THERESE DESQUEYROUX

Creato il 28 settembre 2015 da Masedomani @ma_se_domani

THERESE DESQUEYROUX è stato il film di chiusura, fuori competizione, del festival de Cannes 2012. Ennesimo caso di pellicola presentata in pompa magna, prima di sparire dalla circolazione. Ed è l’opera “missing” di cui parleremo oggi.

A questo punto è lecito sospettare sia una iattura portare il proprio lavoro a una kermesse importante come quella francese se si è ospiti della serata conclusiva. Come nel caso di ZULU, anche con THERESE DESQUEYROUX a nulla è valso un regista come Claude Miller, un ottimo cast e, in questo caso, avere alle spalle un’eroina forte, nata niente meno che dalla penna di un premio Nobel per la letteratura (Mauriac). Oramai abbiamo gettato la spugna: non sappiamo se arriverà mai nelle nostre case. Peccato.

Thérèse-Desqueyroux_poster

THERESE DESQUEYROUX era una persona forte, ricca, intelligente che ebbe la sfortuna di nascere in provincia, ai primi del ‘900, epoca in cui, nelle famiglie, la figura femminile era un accessorio a cui non era richiesto pensare, tanto meno avere un’opinione. Thérèse era sin dalla nascita destinata a una vita solitaria e piena di privazioni, e ne era cosciente. Quello che non poteva immaginare era dove si sarebbe spinta pur di rompere le catene che la stavano facendo soffocare.

La nostra eroina, accanita fumatrice, incapace di sorridere, perfetta in ogni occasione, sapeva sin da bambina come sarebbe stata la sua vita. Sposò senza batter ciglio il ricco giovanotto scelto per lei dai genitori, al fine di unire i patrimoni, e le parve addirittura di essere fortunata: il futuro consorte era niente meno che il fratello della sua migliore amica. Non sapeva, invece, che qualche anno più tardi avrebbe pagato a caro prezzo la sua voglia di rivendicare la propria esistenza. La poverina rischiò di finire dietro le sbarre.

Photo: Eddy Brière ©Les Films du 24 UGC Distribution 2011 tous droits ré

Photo: Eddy Brière © Les Films du 24 UGC Distribution 2011 tous droits ré

La donna venne accusata di aver avvelenato il marito e proprio grazie a lui evitò la galera. Iniziò però una lunga ed estenuante prigionia entro le mura domestiche: per molto tempo rimase chiusa in una misera stanza. Le apparenze prima di tutto e in secondo piano le esigenze di alcuni, sicuramente non quelle della moglie. Ecco la fotografia della Francia rurale del secolo scorso, imbrigliata nel “si deve fare” e in regole retrograde, mortificanti per l’io di chiunque. Una situazione che poco si discosta da quanto accadeva anche dalle nostre parti e che, in alcuni casi, è ancora attuale. Non è quindi difficile legare con la protagonista e iniziare a provare empatia.

La Thérèse di Mauriac appare granitica, determinata, senza sentimenti, vincente e quella che ci propone Miller ha il volto di Audrey Tautou, alterna dolcezza e fragilità, è per lo più enigmatica e senza emozioni. Evitando paragoni con il testo, la rappresentazione vista era efficace ma non dirompente. Sicuramente la Tautou è stata di estrema bravura: impassibile, glaciale, all’occorrenza sofferente. Era chiaro quanto la sua Thérèse non sopportasse i tic del consorte, le regole della Famiglia, la sua condizione. Uno sguardo, un muscolo teso, un piccolo gesto dell’attrice al momento giusto era sufficiente a farci simpatizzare per il personaggio e a sperare che qualcosa le permettesse di sbocciare.

Photo: Eddy Brière ©Les Films du 24 UGC Distribution 2011 tous droits ré

Photo: Eddy Brière © Les Films du 24 UGC Distribution 2011 tous droits ré

Con una fotografia calda e sbiadita, all’occorrenza livida, l’ultimo film di Miller non sconvolge, non scivola nel melò ma non travolge. Rispetta la rigidità dell’epoca e rende omaggio a una delle figure meglio riuscite di Mauriac ma dimentica l’audacia in una trasposizione che, forse, ne pretendeva un po’. Qui il racconto perde i flashback per diventare lineare, il clima opprimente si dimentica e, se non fosse per il cast, probabilmente anche la pesantezza domestica svanirebbe.

Nonostante i difetti e le libertà di sceneggiatura, questo THERESE DESQUEYROUX non sarà ricordato come il capolavoro del regista (scomparso proprio nel 2012) ma ha un suo fascino e degli ottimi interpreti. Agli amanti dei film ambientanti in un tempo andato sarebbe piaciuto e/o avrebbe animato le loro discussioni. Non perdo quindi la speranza di ritrovarlo nei palinsesti televisivi dei prossimi mesi.

Vissia Menza

Photo: Eddy Brière ©Les Films du 24 UGC Distribution 2011 tous droits ré

Photo: Eddy Brière © Les Films du 24 UGC Distribution 2011 tous droits ré


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