Un documentario nominato all’Oscar, la storia della baby-sitter che amava fotografare chiunque e un’immensa produzione artistica, tra le più interessanti del ’900. John Maloof scopre un tesoro e lo fa conoscere al mondo. Vivian Maier avrebbe apprezzato?
Misteriosa, riservata, schiva, determinata. Non bastano questi aggettivi a descrivere la personalità, non del tutto venuta a galla, della fotografa-babysitter Vivian Maier.
Un’artista rimasta sconosciuta per tutta la sua esistenza, come già successo ad alcuni personaggi, diventati casi eclatanti solo dopo la morte.
Quella della Maier, classe ’26 e deceduta nel 2009, è stata una vita particolare, un percorso privato e professionale apparentemente ordinario, una donna che ha nascosto con cura maniacale il frutto di una passione che l’ha accompagnata sempre.
A scoprire migliaia e migliaia delle sue fotografie è, del tutto casualmente, John Maloof, all’epoca interessato a scrivere un libro sulla storia del suo quartiere di Chicago.
Maloof acquista all’asta una scatola piena di foto di un’artista sconosciuta, pensando che possano risultare utili al suo scopo, ma dal momento in cui ne scopre il contenuto farà di tutto affinché la donna misteriosa di cui ignora tutto, nome compreso, diventi celebre in tutto il mondo.
Grazie alla ricostruzione che pian piano si fa avanti, e con le testimonianze delle persone che hanno avuto a che fare con la Maier, Maloof riesce a tracciare il profilo di una donna sfuggente e avvolta da misteri, nata a New York ma di origini francesi, che trascorrerà quasi tutta la sua vita a Chicago.
Lavora come baby-sitter ma tutti la ricordano sempre con la sua Rolleiflex al collo, registrando le opinioni della gente per strada o al supermercato su questioni politiche e di attualità.
Emerge, non senza fatica, la ricostruzione di una personalità bizzarra e imprevedibile, dall’animo profondamente sensibile e attento alle persone e alle situazioni circostanti. Deve aver sofferto la Maier, in un’infanzia torbida e non del tutto rivelata. Lo si intuisce dagli avvenimenti raccontati dai bambini che ha curato durante gli anni trascorsi a fare la “nanny”, dall’impossibilità di penetrare nell’intimità e nelle confidenze di un’artista rivelatasi tardi.
Le sue foto mettono d’accordo tutti, critici e grande pubblico riempiono i musei delle più grandi città al mondo. Istantanee in bianco e nero da cui traspare in maniera nitida la semplicità di situazioni quotidiane, l’ironia con cui sbeffeggia momenti artificiosi, la predilezione deliziosa con cui racconta i piccoli e i più deboli, con un affetto che forse avrebbe voluto ricevere.
Cosa penserebbe oggi Vivian Maier dell’attenzione mediatica che si è abbattuta sulla sua vita intima e professionale? Avrebbe permesso la divulgazione delle opere prodotte in una vita? Se avesse voluto ci avrebbe provato a farsi conoscere, ma d’altronde non ci sono motivi per credere che una produzione tanto ricca e riuscita non meriti una riconoscenza. Arrivata con un equo compromesso.
Alla ricerca di Vivian Maier – La tata con la Rolleiflex è un film di John Maloof e Charlie Siskel, distribuito da Feltrinelli Real Cinema. Un film che è stato candidato come miglior documentario all’edizione degli Oscar 2015 e ha riscosso un enorme successo ai Festival di Toronto e Berlino.
Written by Irma Silletti