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Alla Scala bando per il nuovo sovrintendente

Creato il 10 aprile 2013 da Nonzittitelarte

Entra nel vivo, ma con cautela, il power play per la futura guida del Teatro alla Scala. Il sindaco Giuliano Pisapia prende tempo e, al tempo stesso, introduce una novità di metodo. Il consiglio di amministrazione dell’8 aprile si è chiuso con due segnali: il progetto artistico del sovrintendente in scadenza Stéphane Lissner per la stagione 2013-14 è approvato all’unanimità, ma con un invito a «significativi risparmi»; e la scelta della governance futura potrebbe avvenire prima della fine di luglio. Attraverso un’inedita apertura, che è la vera novità: un «avviso pubblico per manifestazione d’interesse».

Che significa? Non che la Scala mette a bando il ruolo di sovrintendente, lo statuto non lo prevede; del resto il ruolo è complesso, non si tratta di scegliere un direttore d’albergo che parli inglese. E’ un invito a presentare autocandidature per curriculum. Una procedura più diffusa nel mondo anglosassone.

Come va letta questa mossa di Pisapia? Come apprezzabile segno di apertura, certo, rispetto ai riti oscuri del machiavellismo nazionale dove pesano troppo i partiti, o i sindacati, per tacere dei grandi sponsor come le fondazioni bancarie. Ma soprattutto come un guadagnar tempo. Il sindaco coglie una certa pressione, dentro al consiglio e nella sua area politica, per abbandonare, dopo gli anni di Lissner, il modello Intendant all’europea (che, come “l’Espresso” ha scritto, vedrebbe ben messi Alexander Pereira di Salisburgo e Pierre Audi di Amsterdam). Lasciare questo modello per tornare alla cosiddetta triade: un sovrintendente, un direttore artistico, un direttore musicale. Per questo ruolo stanno risalendo le quotazioni del finanziere Francesco Micheli (ex membro del cda).

Per la direzione musicale, quelle di Riccardo Chailly, accanto a Daniele Gatti. Pisapia non vuole decidere anzitempo e preferisce aprire la rosa dei papabili in maniera più trasparente, puntando sui curricula. Il prossimo cda sarà ai primi di maggio. La grande domanda: ci si arriverà davvero, alla scelta trasparente?
Fonte: Espresso Repubblica.it

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