Alla scoperta della nuova fragranza By Kilian: In the Garden of Good and Evil

Creato il 04 febbraio 2013 da Soniarondini @fashionintown

Giovedì 7 Febbraio da Campomarzio70 -Roma conosceremo finalmente la nuova fragranza By Kilian In the Garden of Good and Evil e siamo sicuri sarà ancora un successo. Perchè? Semplice. Stiamo parlando di una collezione in cui tutti gli attributi del peccato originale si mescolano tra forma e sostanza. Partiamo dal cofanetto: ispirato da sempre dall’Art Déco, Kilian rivisita quello che fu allora un simbolo di emancipazione: l’astuccio porta-sigarette. Questo astuccio dalle linee pulite richiama sia lo spirito delle prime minaudières che l’esigenza di semplicità che faceva eco ai cambiamenti del costume e dello stile negli anni ’20.  È nel gioco degli opposti che questo cofanetto esprime la sua differenza: tra bianco e oro, tra purezza e opulenza, tra linearità e sinuosità, tra eccesso e sobrietà dell’insieme. Un’opposizione di valori tra candore e peccato. La tentazione che secondo il mito è incarnata dal serpente si materializza per la presenza su questo cofanetto, lussuoso e sensuale, pensato come un gioiello. Teniamo nelle nostre mani lo scrigno che è specchio di noi stessi e dei nostri fantasmi.

Il flacone della linea «In the Garden of Good and Evil», riafferma un’anima singolare. Da entrambe le parti l’incisione mescola con precisione e audacia i protagonisti della collezione: i due serpenti avvinghiati, la porta, la mela e la vite. Sposa in modo nuovo il bianco e l’oro e si fa prezioso acquisendo un’aura pressoché divina. Il duo di serpenti, simbolo di una tentazione a cui si ha ceduto, è l’incarnazione della candida coppia caduta. La porta del paradiso nell’universo di Kilian apre alla vista possibilità infinite. La mela, simbolo del peccato originale, partecipa alla trama olfattiva di questa collezione tessuta attorno ai frutti proibiti. La vite, albero divino come l’olivo e la quercia, incarna tutti i simboli della vita. Nella mitologia era anche il simbolo di Dioniso, dio degli eccessi, dell’esaltazione che avrebbe fatto dono agli uomini attraverso la sua scoperta. 

Un regalo, dunque, che si rivela ancora più prezioso nella ricerca dei giochi proibiti.