Bermuda: le Paradise Islands degli americani
Horseshoe Bay, Bermuda. Foto: tourist-destinations.com
Le Bermuda furono chiamate ai tempi della loro scoperta le “Isole del Diavolo” a causa dei numerosi naufragi di imbarcazioni che andavano ad urtare contro l’imponente barriera corallina che circonda l’arcipelago. Numerose leggende hanno alimentato il mito del “triangolo delle Bermuda”. In realtà mai definizione è stata più sbagliata. Le Bermuda sono invece, come le definiscono gli americani, “Paradise Islands”. Diverse le ragioni; Non fanno parte dei Caraibi si trovano nel cuore dell’Oceano Atlantico, a meno di due ore di volo da New York, questo fa si che, durante la stagione dei cicloni (giugno-novembre), l’Isola è solo marginalmente interessata da questo tipo di fenomeni. In più la cordialità e l’ospitalità dei suoi abitanti – che godono di un elevato tenore di vita e di un tasso praticamente nullo di criminalità – sono ottimi motivi per partire alla scoperta di questa affascinante destinazione. Il mare rappresenta la maggiore attrattiva. Le sue acque sono limpide e calde, ideali per le immersioni subacquee. Le spiagge, le cui tinte vanno dal bianco latte al caratteristico rosa, sono nascoste tra baie e insenature, perfette per rilassarsi circondati dalla splendida natura. Tra le spiagge più belle del mondo presenti proprio a Bermuda c’è la splendida Horseshoe Bay. Capitale dell’isola dal 1815, è Hamilton. Oltre ad essere il centro della vita sociale delle Bermuda, offre ai turisti i migliori negozi, caffé, ristoranti e pub dell’isola. Si può iniziare la serata sorseggiando un aperitivo italiano in un wine bar del centro o ascoltando ottime band jazz che si esibiscono dal vivo al famoso Hubie’s Bar.
Le notti magiche delle isole Bermuda
Le notti bermudiane spesso si animano di fronte ai barbecue e proseguono sulle note del calypso e della musica reggae che riecheggia per le strade e nei tanti locali notturni dell’Isola. Non mancano manifestazioni di rilievo internazionale come il Bermuda Music Festival che richiama ogni anno, nel mese di ottobre, le migliori voci del panorama musicale. È davvero un peccato lasciare l’Isola senza avere assaggiato alcune gustose specialità locali come il “Fish Chowder” (una saporita zuppa di pesce) accompagnato dalla salsa Sherry Peppers . Da settembre a marzo, poi, è d’obbligo provare l’aragosta, servita con burro fuso al limone. Chi visita le Bermuda e vuole davvero scoprire i sapori e i profumi che la rendono unica in tutto il mondo, non può fare a meno di assaggiare la “Black Rum Cake”, la deliziosa ciambella bermudiana che viene sfornata quotidianamente dai maestri pasticceri della Bermuda Rum Cake Company e della Horton’s. Poi naturalmente ci sono gli sport che si possono praticare sull’isola. Dal parasailing ( paracadute ascensionale) al beach tennis. Per chi vuole provare invece emozioni forti c’è l’ Admiralty House Park, un trampolino naturale. Da queste bianche scogliere, ogni estate, i più temerari si tuffano nel profondo blu del mare di Bermuda. Infine il golf. L’arcipelago è il santuario mondiale di questo gioco. Il resort Fairmont Southampton ha addirittura creato un tee time in notturna nel suo campo. Il celebre resort ha dotato le buche del percorso, di illuminazione e mette a disposizione delle speciali palline che rimangono fluorescenti per 10 minuti dopo essere state colpite. L’isola offre dunque tante modalità di vivere una vacanza, non è una destinazione esclusivamente balneare ma è capace di offrire tante alternative, dalla cultura agli sport al buon cibo. Non possiamo quindi che essere in accordo con ciò che disse Mark Twain che definì Bermuda “il più piccolo grande luogo del mondo”.
Anna Della Volpe