Nell’articolo precedente dedicato ai big in gara a Sanremo quest’anno, avevo solo accennato in modo sbrigativo alla categoria delle Nuove Proposte che solitamente, chi mi conosce lo sa bene, è quella che maggiormente raccoglie il mio interesse, non foss’altro per la curiosità di vedere se qualche nome emergente sia pronto o meno per salire di gradino.
Avevo frettolosamente liquidato a soli due nomi quelli da tenere particolarmente d’occhio ma – come da prassi di queste ultime edizioni – è possibile ascoltare in anteprima i loro brani in gara (cosa che da nostalgico e abitudinario quale sono, ancora non riesco ad accettare del tutto…) e allora, dopo qualche prova concessa, posso sbilanciarmi con maggior enfasi e dire che tutto sommato la qualità non è male.
Sarà che purtroppo negli ultimi anni sono sempre stati meno coloro che sono riusciti a rimanere ancorati a un pubblico maggiore che non sia quello di nicchia o delle etichette indipendenti (per non dire delle autoproduzioni), sarà che di talenti “persi” per strada purtroppo ne ricordo molti, forse troppi, sarà forse infine che ero stanco di vedere relegate a tardissima notte le loro esibizioni, fatto sta che in vista di questa edizione avevo perso un po’ di fiducia. A differenza del passato, mi pare mancassero poi veri esponenti di una scena cosiddetta “indie” che da sempre ascolto con attenzione, dopo le partecipazioni di gente come The Niro o Zibba, solo per citare casi recentissimi. Però le scelte degli originali Kutso, della sofisticata Amara, dei cantautori in erba Enrico Nigiotti (lontanissimo dai tempi in cui partecipò ad “Amici”) e Giovanni Caccamo, l’uno più giovanile e “fresco”, l’altro più raffinato e “serioso” mi inducono all’ottimismo e mi pare che anche le canzoni di artisti in gara meno noti come la bella Chanty, la giovane Rakele, la più “classica” Serena Brancale e l’inusuale rapper Kaligola, giovanissimo ma dai testi assai profondi e un po’ colti, siano quantomeno ascoltabili e godibili. Insomma, mettiamoci inoltre che, finalmente, avranno la loro giustissima occasione di cantare in un orario accessibile, addirittura tra le 21 e le 22, mi pare abbia affermato il conduttore Conti, beh… allora motivi per seguirli con attenzione ve n’è più di uno. Dopo tutto, la vetrina dell’anno scorso ha fatto benissimo al vincitore Rocco Hunt, che nonostante la concorrenza di agguerritissimi rapper, col suo stile meno sboccato e più eterogeneo nelle atmosfere, cui mischiava all’hip hop un po’ di sano reggae, è riuscito a scalare le classifiche di vendite, dando inizio a quella che potrebbe essere una duratura carriera. In bocca al lupo ai ragazzi quindi, che possano cullare a lungo il loro sogno in musica!