Molti lo conoscono per la egregia interpretazione dell’egocentrico e ignorante Giovanni Bernaschi nell’ultimo film di Paolo Virzì Il Capitale Umano, conquistando il David di Donatello e il Nastro d’Argento come migliore attore. Non tutti invece conoscono le sue doti di attore di teatro. A Pordenonelegge, presso il Convento di San Francesco, Fabrizio GIfuni ha dato prova di essere un interprete a tutto tondo, con una lezione-spettacolo sullo scrittore milanese Carlo Emilio Gadda. L’attore romano inizia immediatamente con uno dei passi dell’autore, trascinandoci in un mondo di parole a noi sconosciute ma allo stesso tempo affascinanti. Il tema su cui si è concentrato in particolare è stato il rapporto dello scrittore con “La grande guerra”, nella quale l’attore ha recitato durante la serata una parte delle rappresentazioni che lui stesso propone nei teatri italiani. Come ha spiegato non appena concluso il primo monologo, Gadda non è stato compreso in fondo dalla critica, che non capì l’originalità di Gadda nel comporre testi attraverso una pluralità di linguaggi, dal dialetto a parole che oggi non si usano più.
Grazie a Gifuni si è potuto scoprire l’innovazione linguistica dell’autore sia nei racconti della Prima Guerra Mondiale, dove fu persino reso prigioniero. Il diario Giornale di guerra e di prigionia raccontava proprio quei tragici momenti denunciando la violenza subita da lui e da altri prigionieri. L’attore, con le sue straordinarie capacità, potrebbe essere paragonato a un maestro, che ci ha portato nel suo mondo complesso e ci ha guidato all’interno di quelle testimonianze garantendo un’adeguata comprensione del messaggio di Gadda. La sua bravura sta inoltre nel saper interagire con la storia, come se le sillabe fuoriuscissero dalla carta e si trasformassero in corpo. La connessione tra teatro e prosa è la vera forza dell’incontro, nel quale si può osservare sia la drammaticità della guerra sia alcuni momenti divertenti, come la descrizione che Gadda ha composto durante la visione di uno spettacolo di lirica. La lingua italiana diventa protagonista, grazie al susseguirsi di vocaboli con i quali l’attore riesce magistralmente a emozionare il pubblico. Se nel cinema Gifuni ha dato prova di grandi interpretazioni (basti pensare ad Aldo Moro in Romanzo di una strage), qui abbiamo assistito alle sue reali abilità.
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Qui un’intervista all’attore