Un ritratto di Serena Rossi
La stagione televisiva italiana sta volgendo al termine e ci è sembrata una delle più scarse degli ultimi anni.
Soliti format triti e ritriti, scopiazzati dall’estero, tutto senza un briciolo di idea.
I soliti talent show musicali, stanchi, ripetitivi, lenti, pieni di abbracci falsi e lacrime inutili, con i soliti giudici senza carisma, il più delle volte gente bollita che fa il finto giovane, il trasgressivo , l’anima rock e in realtà risulta solo patetico e artritico, soprattutto dal punto di vista cerebrale.
Sanremo è stato penoso, in puro stile da travet, alla Carlo Conti. Scarso anche Tale & Quale e, ancor più penoso, Si può fare.
Le Domeniche di RAI 1 e Canale 5 impresentabili: una fiera delle lacrime e del gossip di decima categoria.
L’informazione è andata un po’ meglio, tipo Terra, TV, Petrolio.
Da cancellare i talk show, pieni di (sai che novità) Salvini e Sgarbi e che dire? Poveri noi.
Cosa si può salvare? Possiamo dire: Una grande famiglia, buon racconto, con ottimi attori, Squadra Mobile, una dignitosa serie d’azione, con un Daniele Liotti luciferino.
Tra i nuovi talenti, si segnala ben poco, a parte Serena Rossi, l’ultima protagonista di Rugantino. Ma, a onor del vero, la sua è solo una bella conferma.
Camille Pagani