A parte la raccomandazione di concedere all'Albania lo status di Paese candidato e di rilanciare il negoziato con la Turchia, con l'apertura di nuovi dossier, e l'apprezzamento per lo sforzo di normalizzazione dei rapporti compiuto da Belgrado e Pristina, lo stato reale complessivo del processo di allargamento è sostanzialmente fermo. Non si profila a breve alcuna svolta significativa. Per questo l'Ue pare intenzionata a puntare molto sugli Accordi di stabilizzazione e associazione, il primo step formale nel processo di integrazione e quindi considerati l'anticamera dell'adesione. La Commissione sembra, più che in passato, intenzionata a farne uno strumento per favorire una partnership privilegiata a Paesi il cui ingresso effettivo nell'Ue appare al momento lontano nel tempo e condizionato da questioni rilevanti.
Il rapporto 2013, dopo l'ingresso un po' in sordina della Croazia lo scorso 1° luglio, sembra riflettere l'incertezza sul destino delle future adesioni, conseguente alle difficoltà del negoziato con la Turchia e alle incertezze sulla situazione dei Paesi dei Balcani occidentali, tuttavia indica anche l'intenzione di rilanciare le prospettive di allargamento dell'Unione dato che, come ha dichiarato il commissario responsabile, Stefan Fuele, la politica di allargamento "rafforza la stabilità economica e politica" dell'intero continente, poiché implica "punti fondamentali come la lotta alla corruzione, la buona governance economica, la libertà di parola e dei media, i diritti umani e la protezione delle minoranze".
Il comunicato ufficiale della Commissione EuropeaAllargamento dell'Unione europea: priorità per il 2014