"Gente che sopperisce alla carenza di mezzi fisici e tecnici con la passione e con la volontà. Ho visto ragazzi arrivare in piscina quasi per caso, senza una minima idea del gioco della pallanuoto e ignorandone totalmente le regole, appassionarsi in pochi mesi a questo sport tanto da seguirlo in TV e dal vivo, cercare e commentare i gol su youtube, e in alcuni casi diventare arbitri o allenatori.
La chiamiamo Pallanuoto-Salsiccia"
La squadra di pallanuoto della Polisportiva Centese nasce nel 1995 sotto la spinta di alcuni pionieri, e salvo qualche sparuta apparizione in ambito federale si è sempre districata nel mondo della pallanuoto master con alterne fortune. Grazie al giusto spirito e ad una sapiente gestione economica, da qualche anno presenta due squadre al via del campionato Uisp Emilia Romagna. Chi scrive è nell’ordine allenatore, dirigente e giocatore di una delle due squadre.
La mia squadra rappresenta, agli occhi dei cosiddetti addetti ai lavori, il perfetto emblema della “Pallanuoto-Salsiccia”, espressione tipicamente emiliana che sottolinea le finalità prettamente extrasportive di questa attività.
Infatti, seppur altamente competitivi fuori dall’acqua in termini di grigliate e baldoria, dal punto di vista tecnico dobbiamo fare i conti con giocatori che si avvicinano alla pallanuoto in età adulta con tutte le difficoltà del caso, piscine impresentabili, allenamenti scarsi e nelle ore notturne, arbitri e regolamenti improvvisati… un insieme di fattori che suscita spesso una sensazione mista di simpatia e compatimento agli occhi di un osservatore navigato.
Ma proprio a causa di questo bonario discredito di cui gode, la realtà pallanotistica amatoriale presenta degli aspetti interessanti e sconosciuti ai più. Seppure non farà conoscere al mondo nuovi campioni, contribuisce in modo importante alla diffusione della cultura della pallanuoto sul territorio.
Non siamo bambini o giovanissimi per i quali la pallanuoto è un impegno (magari imposto dai genitori) e la componente agonistica è predominante. Al contrario, ho a che fare con persone di ogni età ed estrazione, che hanno scelto la pallanuoto prima di tutto per divertimento, per fare gruppo e per fare un’attività fisica che allo stesso tempo sia sport di squadra. Gente che sopperisce alla carenza di mezzi fisici e tecnici con la passione e con la volontà.
Ho visto ragazzi arrivare in piscina quasi per caso, senza una minima idea del gioco della pallanuoto e ignorandone totalmente le regole, appassionarsi in pochi mesi a questo sport tanto da seguirlo in TV e dal vivo, cercare e commentare i gol su youtube, e in alcuni casi diventare arbitri o allenatori.
Come si ottiene questo risultato? Il punto di partenza consiste nel creare, tramite lo sport, quello spirito di aggregazione ben illustrato dalla storia dei Magnifici in un precedente post. Senza lo spirito di squadra, senza la voglia di combinare qualcosa insieme, mancherebbe ogni presupposto per portare avanti l’attività. Dopodichè, occorre pensare ad attività che siano allo stesso tempo interessanti, divertenti e attinenti alla pallanuoto. Attività che, a ben vedere, rappresentano il fulcro e l’essenza dello sport amatoriale.
Nel nostro piccolo, noi
- Partecipiamo ai tornei estivi, trasferte di 2 giorni che oltre ad essere formidabili occasioni di aggregazione e divertimento, ci danno occasione di conoscere altre squadre e di avere altri contatti per tornei futuri. Non è raro ritrovarsi la notte a mangiare e brindare insieme agli avversari del mattino seguente, per poi darsi battaglia in acqua poche ore dopo e ricominciare a brindare subito dopo la partita
- Organizziamo da anni un week end in Croazia con mogli e fidanzate al seguito, dove all’interno di una mini-vacanza partecipiamo ad un mini-torneo improvvisato in mare con le squadre locali.
- Ci presentiamo con il nostro stand alle sagre e alle fiere sul territorio; naturalmente si tratta di ulteriori occasioni per fare festa, ma allo stesso tempo si sparge il seme della pallanuoto e si fa conoscere alla gente la nostra realtà.
- Ogni anno facciamo una gita a Firenze per vedere dal vivo una partita di serie A1 e mangiarci una bistecca, e questo è uno degli eventi più apprezzati da giocatori e fidanzate, sebbene sia forte il sospetto che il vero richiamo sia la chianina per gli uni, e i fisici bagnati e ansimanti di Perez e Gallo per le altre.
Dove porta tutto questo? In che modo queste attività a nostro uso e consumo dovrebbero portare beneficio al mondo della pallanuoto? CONOSCENZA sempre maggiore del nostro sport, DIFFUSIONE sul territorio delle nostre attività, ABITUDINE alla pallanuoto che diventa una parte della vita dei ragazzi.
Così poniamo le condizioni per cui il partecipante
- - parla dell’attività ai colleghi di lavoro o di studio e spesso li invita a provare a loro volta
- porta a vedere le sue partite gli amici, la fidanzata o l’amante (“Gioco a pallanuoto” è ancora un egregio approccio…)
- se ha figli, appena possibile li porta in piscina, ansioso di dargli la possibilità di praticare la pallanuoto in un modo in cui lui non ha potuto farlo, cioè da bambino. Spesso, i figli si portano dietro altri amici o compagni di classe.
Certo la pallanuoto, quella con la P maiuscola, quella che si comincia a 8 anni, quella da 5 allenamenti alla settimana, è una cosa ben diversa e si fa in modo diverso. Ma sarebbe bello che la pallanuoto-salsiccia, a dispetto del nome, fosse vista come una costola dell’intero movimento, e non come la sua versione folcloristica. A Cento e altrove la pallanuoto è entrata nella vita di tante persone che, in assenza delle realtà amatoriali, mai si sarebbero avvicinate ad uno sport considerato “da marziani”. Mostrare alla gente che invece è praticamente alla portata di tutti è la chiave per spargere il seme della palla gialla.
Andrea Zecchi
Andrea Zecchi, anni 32, da 20 nel mondo della pallanuoto.
Questa attività mi ha accompagnato (essendo talvolta ospite ingombrante)
nel mio percorso di studi fino alla laurea in ingegneria, e continua a
farlo in maniera più "educata" anche oggi nel mio lavoro di disegnatore
in una grossa azienda nella "Packaging Valley" emiliana.
In questo ventennio mi sono cimentato in tutti i ruoli possibili:
giocatore (Uisp Bologna e CN Persiceto) fino ai 23 anni, allenatore
(sempre nel CN Persiceto) fino ai 28, arbitro federale da 3 anni a
questa parte. Contemporaneamente, da 7 anni gioco e alleno nella squadra
della Polisportiva Centese, di cui parlo nel post.
Tutti questi anni e queste esperienze non mi hanno tolto la voglia di
contribuire, nel mio piccolo, alla diffusione dello sport che amo.
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