Magazine Europa
E' proprio tra le prime pagine della guida che, alla vigilia della partenza, mi trovavo a leggere, ben evidenziato in un riquadro a fondo pagina, il seguente paragrafo, giusto qualche centimetro dopo un lungo capitolo di esaltazione dell'arte e dell'architettura parigina, paradigma di quella grandeur francese che trasuda dai palazzi affacciati sui boulevard della capitale.
Attenzione ai marciapiediIl comune di Parigi spende ogni anno 11 milioni di euro per ripulire i marciapiedi della città dalla pollution canine (letteralmente inquinamento canino, cioè gli escrementi dei cani). Per effettuare l'operazione utilizza moto-crottes (scooter dotati di un apparecchio con un lungo tubo che aspira le feci), guidati dai cosidetti chevaliers du trottoir (cavalieri dei marciapiedi).Purtroppo sembra che le continue campagne per esortare i cittadini a rimuovere dai marciapiedi gli escrementi dei loro cani - i 200.000 cani che vivono a Parigi ne producono ogni anno 16 tonnellate - non abbiano avuto molto successo, dal momento che solo il 60% dei padroni dichiara di farlo. A causa di questa cattiva abitudine i souvenir lasciati dai barboncini e dai cani di altre razze vengono spesso calpestato da coloro che camminano con la testa tra le nuvole e, occorre confessarlo, dagli autori di guide di viaggio intenti a scrivere i loro appunti.Quindi, finchè i parigini non cambiano il loro atteggiamento, fate attenzione a dove mettete i piedi. Ogni anno circa 650 persone finiscono all'ospedale per essere scivolati a causa di una crotte
Che dire? Sembra proprio che i francesi, che a noi italiani piace immaginare un po' tronfi e pomposi, snob e (calza a pennello!) con la puzza sotto il naso, non siano davvero disposti ad abbassarsi al livello della strada e fare pulizia da quel che esce dal posteriore delle loro bestie, vivendo immersi nell'imbarazzo quotidiano del contrasto tra gli edifici delle dimore ottocentesche e dei bei palazzi art nouveau e minacciose macchie marroni sui marciapiedi, schiacciati ogni giorno da migliaia di temerarie ballerine colorate.Ma non è questo il punto.Il fatto è che se ti piace fare fotografie, un posto del genere è a dir poco rischioso. Diciamo che, scattando questa, proprio nel cortile del Louvre, mi sono garantito un sacco di fortuna per il resto del soggiorno.
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