Sono 27.920 le scuole sul territorio italiano edificate in zone a elevato rischio sismico, mentre altri 6.000 sono gli edifici frequentati dai ragazzi che si trovano in aree a rischio idrogeologico. È il grido di allarme lanciato dal presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, che ha ricordato il recente studio condotto dal Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi basato su dati del CRESME , dell’Istat e della Protezione Civile (scarica l’estratto Il patrimonio scolastico e ospedaliero nelle aree di rischio).
Per quanto riguarda il rischio sismico, sono la Sicilia e la Campania a guidare questa poco invidiabile classifica. Sono infatti 4.856 gli immobili di edilizia scolastica a rischio terremoto in Sicilia, contro i 4.608 edifici del territorio campano.
Al terzo posto, con 3.130 scuole in zona sismica, si colloca la Calabria. Il dato è forse ancora più allarmante perché, si legge nello studio dei geologi, si tratta del 100% del totale! Seguono la Toscana e il Lazio con, rispettivamente, 2.864 e 2.521 scuole a rischio.
Gli edifici scolastici esistenti in aree a potenziale elevato rischio idrogeologico sono 6 .122 di cui 994 in Campania ( il 19 % del totale ) , 815 in Emilia Romagna ( 18% del totale) , 629 in Lombardia ( 6% del totale)”.
“Molti edifici scolastici necessiterebbero di manutenzione urgente con un Sud Italia e Isole che hanno un patrimonio edilizio scolastico vecchio”, aggiunge Graziano. “In alcuni casi abbiamo edifici che inizialmente erano nati come abitazioni o come caserme e quasi una scuola su due non ha il certificato di agibilità”.
Il presidente nazionale dei geologi riconosce al Governo “una accresciuta attenzione nei confronti della sicurezza delle scuole”. È infatti notizia di ieri che il MIUR ha pronto un piano da 680 milioni di euro destinati alla messa in sicurezza dell’edilizia scolastica.