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Tanti tasselli di notizie -di recente pubblicazione- convergono su un fatto: questa crisi sta portando a un incremento della fuga all’estero dei nostri professionisti. Il puzzle, una volta completato, non lascia intravedere nulla di buono per il nostro Paese.
Dell’incremento di dottori di ricerca emigrati (dati Istat) vi abbiamo riferito con un “post” apposito la scorsa settimana. Ma vi sono anche altri segnali poco incoraggianti:
-il settimanale L’Espresso ha giustamente sottolineato come l’Australia stia sempre più diventando un “porto franco” di approdo per i nostri (soprattutto) giovani. L’Espresso stima in 50-60mila gli arrivi di italiani -ogni anno- dall’altra parte del mondo. Per maggiori info, consultate questo link.
-l’Ufficio Federale della Migrazione svizzero ha avvertito: l’immigrazione di italiani, spagnoli e portoghesi è in crescita. Per quanto riguarda i nostri connazionali, nei primi otto mesi dello scorso anno sono emigrati nel Paese elvetico oltre 6200 cittadini. Il saldo tra immigrazione ed emigrazione fa segnare 2800 italiani in più residenti in Svizzera.
-infine, secondo l’agenzia di stampa Ansa, sempre più italiani e spagnoli stanno cercando rifugio in Argentina.
E’ un dato di fatto che l’attuale crisi stia accentuando un movimento migratorio già presente da diversi anni nella società italiana: una emigrazione che sta impoverendo -intellettualmente- il Paese. A emigrare sono infatti soprattutto i giovani professionisti qualificati, che non riescono a inserirsi stabilmente nel sistema produttivo tricolore.
Il Governo Monti ha annunciato, al suo insediamento, la necessità di rendere prioritario il tema dei giovani. Ora è il momento di agire. Con la massima urgenza.