In particolare, secondo i ricercatori dell’American Chemical Association che hanno effettuato la scoperta, mangiare patatine fritte risulta dannoso quando di tratta di prodotti surgelati precotti, che contengono al loro interno l’acrilammide, sostanza che viene rilasciata durante la cottura.
In realtà, l’acrilamide, è presente in moltissimi prodotti surgelati, ma mangiare patatine fritte risulta maggiormente dannoso per il processo che viene utilizzato durante la preparazione, come sottolinea l’esperto Donald Mottram.
Mangiare patatine fritte diventerà solo un ricordo?
Secondo gli esperti, sono moltissimi i prodotti surgelati in commercio ad avere valori di acrilammide elevati, che variano dai 5 microgrammi/kg ai 3.500 microgrammi/kg. Le patatine fritte però, in questo senso, guadagnano il primo posto in quanto contengono dai 3.500 ai 12.000 microgrammi/kg.
Ovviamente vale sempre il solito discorso secondo cui è l’eccesso ad essere pericoloso e non l’azione in sé, quindi
Infatti, le ricerche hanno evidenziato che si potrebbe diminuire il rapporto tra glucosio e fruttosio durante il taglio delle patate per poter ridurre la presenza di acrilammide, poiché questa sostanza di forma a temperature elevate e la sua formazione è favorita dall’assenza di acqua e dalla presenza di asparagina, un amminoacido, oltre che di uno zucchero ridotto, come il glucosio od il fruttosio contenuti soprattutto nelle patate.