Alle amiche che fanno sogni grandi e riescono pure a realizzarli. E ti fanno venire voglia di continuare a inseguire anche i tuoi.
Alle zie che mi hanno cresciuta; che non hanno figli e sono due delle mamme migliori che conosco.
Alla mia nonna pugliese che sorrideva con gli occhi, portava lunghissimi capelli bianchi sempre raccolti in uno chignon e non si rassegnava all’odore di sigaretta sugli abiti di mia madre.
Alla mia nonna siciliana che a Natale faceva a mano i maccheroni, sapeva far materializzare nelle mie tasche un pezzo da cinquemila lire ogni volta che la incontravo (senza mai farsi beccare) e non credo abbia mai guardato qualcuno come guardava il mio papà.
A mia mamma che dice sempre che esser donne è un gran fregatura ed esser uomini è molto meglio, ma poi non è che ci creda veramente.
Alla moglie di quel signore che l’anno scorso ha reso unico il mio 8 marzo.
A tutte le amiche, zie, nonne, mamme e mogli.
E alla donnina che mi ha insegnato che sbagliare è umano ma, se sai come chiedere scusa, farsi perdonare è un attimo. Che a colpi di spallucce e sorrisi si perdono le battaglie ma si vince la guerra. Che non tutte le cose della vita sono immediatamente comprensibili, ma a chiedere perchè non c’è niente di male. Che ridere è un’arte che va coltivata. Che dopo non esiste. Esiste solo oggi, qui e ora. E che se non sarà sereno… si rasserenerà!
Buona festa della donna a tutte voi!