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Allegri trentenni morti

Creato il 06 maggio 2013 da Mcnab75

Ogni maledetto lunedì su due

Questo post nasce navigando a vista, dopo la lettura nel nuovo libro a fumetti di Zercalcare, Ogni maledetto lunedì su due, che vi consiglio caldamente.
All’inizio l’idea era quella di ricavarne una recensione, ma ho preferito cambiare impostazione all’articolo. Innanzitutto perché su Zerocalcare potrei dire soltanto una serie di banalità che tutti già sanno: è bravo, è talentuoso, sa passare dall’agro al dolce nel giro di due tavole, senza farti mai pesare le cose.
Poi sì, ci sono i radical chic, che lo accusano di far leva su facili sentimenti (la nostalgia, la cultura POPolare, le battute da film comico etc etc). Ma io i radical chic li odio, e comunque su di loro torneremo più in là nel post.
Da dove partire, dunque? Innanzitutto con una confessione: Ogni maledetto lunedì su due (d’ora in poi OMLD) mi ha fatto ridere – molto – e al contempo mi ha lasciato un retrogusto amaro, ma piacevole, per ciò che l’autore ha fatto trapelare pagina dopo pagina, con un intermezzo che fa da struttura portante alla raccolta di strisce pubblicate in questi due anni sul blog di Zerocalcare.
Da questo retrogusto nasce anche il titolo del mio post: Allegri trentenni morti.

Innanzitutto c’è il discorso dell’identificazione.
Zerocalcare ha qualche hanno meno di me, ma rientra (per sua stessa ammissione) nella fascia che in Italia viene chiamata “dei trentenni”, ma che comprende tutti coloro che sono nati più o meno tra il 1973/74 e il 1983/84, con anche la possibilità di sforare in entrambe gli estremi. Perché essere trentenni in Italia è più uno stato sociale che non un fatto anagrafico.
E Zerocalcare è uno “di noi”, ossia facilmente identificabile tra chi cura questo blog (cioè io) e molti di coloro che lo leggono abitualmente.

La rivoluzione degli auricolari.

La rivoluzione degli auricolari.

Siamo i figli degli anni del boom, della Milano da bere, di un paese che garantiva diritti e prospettive. Non è mai stato il Bengodi, ma si stava bene.
E noi siamo cresciuti cullandoci in sogni e illusioni. Senza scadere nella pesantezza e nella retorica, Zerocalcare ci ricorda quali erano i suoi sogni da ragazzino. Che, magia delle magie, sono sorprendentemente simili ai miei.
Diventare paleontologo o archeologo.
Clonare i dinosauri.
Vivere in futuro simili a quello dei film di fantascienza.
Fidanzarsi con Natalie Imbruglia (eh sì, questa coincidenza mi ha stupito più delle altre).

Nel giro degli ultimi 10-12 anni le prospettive di questo paese hanno iniziato a livellarsi verso il basso. I sogni sono diventati soltanto illusioni, e noi – molti di noi – siamo rimasti a guardare la nave che andava verso l’iceberg.
Questa è la metafora scelta da Zerocalcare per descrivere il paese: un Titanic, possente e dalla stazza rassicurante, che però è andato pian piano incontro al disastro, senza fare nulla per tentare di modificare la rotta.
Colpa del manovratore, ma colpa anche nostra.
Siamo dei trentenni non all’altezza dei sogni che avevamo.
E il paese è stato ancor meno all’altezza, non aiutandoci in alcun modo a realizzarli.
Altro che sogni: ci han tolto anche il lavoro e il diritto all’istruzione. Per non parlare di tutti coloro che sognavano di campare onestamente, intrattenendo il prossimo: scrittori, fumettisti, blogger. Che qui da noi oramai sono considerati la feccia, i perdigiorno per antonomasia.
I tanti perché di questo sfacelo li abbiamo visti in mesi e mesi di discussioni, qui su Plutonia. Non ci tornerò oggi.

Sì, in questo libro si parla anche di troll!

Sì, in questo libro si parla anche di troll!

Ora facciamo un passo indietro.
OMLD è soprattuto un libro a fumetti divertente. Le strisce quotidiane di Zero le conoscete in molti. Il suo modo di affrontare i piccoli grandi scazzi della vita di tutti i giorni riesce a coniugare uno stile narrativo fresco e brioso con un’introspezione “light”, mai ossessiva o pesante, mai retorica.
L’utilizzo di metafore visive, di pupazzetti (i Cavalieri dello Zodiaco, Holly e Benji, Freddy Krueger etc etc), per dare volto alle varie coscienze del protagonista è azzeccato, immediato, spassoso. Ecco, proprio su questo punto ho letto le critiche di alcuni radical chic, di quelli che la vita deve essere sempre complicata e piena di rimandi ermetici e cerebrali. Di quelli che se un fumettista ha successo, loro no, ti dicono che preferiscono seguirne un altro, quello semisconosciuto, che scrive in sanscrito e che lancia profondi e misteriosi messaggi contro questa umanità stanca e cattiva.
Solo io sento rosicare?
Solo io sento la puzza degli snob che si estende fino a qui?
Ma vabbé, lasciamoli nel loro triste universo a sfumature di grigio, dove si sono autoproclamati sommi sapienti e migliori tra i migliori.

Concludendo, OMLD è un volume che senz’altro vi consiglio, a meno che non siate dei radical chic, o dei tipi talmente seri a cui un sorriso può causare seri danni alla pelle.
Personalmente parlando, questa lettura è stata un gran bel viaggio.
E quell’ultima tavola, con la copertina di Left of the Middle che affonda insieme al Titanic di noi trentenni… Mamma mia.
Brividi.

Natalie Imbruglia - Left of the Middle

PS: Vi piaccia o meno, oggi qui su Plutonia gira questa musica. Chi mi conosce meglio saprà perché mi appartiene.

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