Fonte: Blazej Pieczynski
Carnevaledigiunodolci
La maggior parte dei dolci carnevaleschi ha origine locale; molti si assomigliano nella preparazione e nella presentazione nonostante vengano chiamati con nomi differenti: è il caso delle classiche chiacchiere, conosciute con questo nome nella maggior parte della penisola; in altre zone vengono invece chiamate frappe, crostoli, fiocchetti o bugie, solo per citare qualche esempio.
Come tutti sapranno, si tratta di dolci dall’aspetto leggero e croccante, fritti o cotti in forno e ricoperti da zucchero a velo: è il dolce di Carnevale per antonomasia.
Molto diffuse ed apprezzate anche le frittelle, declinate in mille forme e chiamate con nomi tipici regionali: dai tortelli vuoti o ripieni di crema o marmellata, ai krapfen altoatesini.
Uno dei dolci più caratteristici, anch’esso riproposto in diverse regioni, caratterizza il Carnevale di Napoli: gli struffoli.
Fonte: Michael Bester
miele
Gli struffoli, orgoglio dei napoletani, sono protagonisti di leggende e vantano una storia antica; si narra che la paternità della ricetta si debba ai greci che la portarono a Napoli: lo stesso nome deriva infatti dal termine “strongoulos”, ovvero arrotondato.
Naturalmente, per fare sí che gli struffoli siano veramente buoni e che i commensali facciano il bis, è molto importante utilizzare miele di ottima qualità, magari di produzione biologica come quello proveniente dal Parco Nazionale del Vesuvio.
Le ricette per preparare i dolci di Carnevale non sono eccessivamente complicate, ma se la cucina non è il vostro forte o semplicemente volete approfittare del Carnevale per visitare la Campania, vi consigliamo di pernottare presso i seguenti agriturismi.