Ogni anno sono in molte le persone che mi chiedono di costruire per loro un allenamento per prepararli a correre la loro prima maratona e oggi sono molto felice di ospitare il racconto di Luigi Pardo, uno dei tanti iscritti alla Maratona di New York del 2012 che, purtroppo, sono rimasti a “bocca asciutta” a causa dell’annullamento della competizione per il passaggio dell’uragano Sandy.
Il primo pensiero che mi è passato in mente appena ho saputo dell’annullamento della gara è andato subito a Luigi, Franco, Marina, Giuseppe, Sandro ed Alice, i miei clienti che avevo preparato nei mesi precedenti.
Ho pensato a che delusione dovevano aver provato.., mi sono immedesimato e io sono certo che avrei passato i primi 10 minuti a scancherare in 20 lingue diverse e ad agitarmi come il personaggio dei cartoni animati “Taz”…..
Devono aver patito una grande amarezza e un senso “di vuoto”….
Poi ho subito fatto una riflessione: ho pensato a quanto si erano impegnati e quanti “sacrifici” e compromessi avevano dovuto “accettare”….. Ho pensato poi a quanto sono cresciuti in questi mesi, quanto è migliorata la loro tecnica di corsa, la loro consapevolezza corporea, l’alimentazione ecc..
Ho pensato che molti di loro hanno corso per la prima volta 10 km, poi 15, 20, 30 ed oltre durante gli allenamenti… La maggior parte non aveva mai corso sotto l’acqua, all’alba, al tramonto o di notte…. Allora mi si è subito stampato sul viso un sorriso largo quanto la faccia e ho pensato unicamente al viaggio e la meta (NY) è diventata piccola piccola, senza un grande significato…. Il viaggio in fin dei conti è quello che fa la differenza, è quello “che conta”.
Tutti sono migliorati, hanno provato nuove esperienze, sono maturati come persone e come “atleti”……
.Al tempo stesso volevo che tutti potessero godere di questa condizione fisica nel contesto agonistico per il quale si erano preparati..: la maratona..
Allora li ho subito chiamati al loro rientro “in patria” e ho detto loro di correre una maratona quanto prima, la più vicina in calendario o addirittura di corrersela “per i fatti loro”, correre per 42 km come Forrest Gump….., senza un particolare motivo, solo per la voglia di correre, per dimostrare a loro stessi che erano in condizione di farlo e di farlo bene…….
.Luigi è uno di quelli che ha “preso al volo” il mio consiglio, altri esordiranno in primavera.., e si è iscritto alla maratona di Palermo (gara di “casa” in quanto Siciliano…
).Oggi ti riporto il suo “racconto di gara”, la sua esperienza scritta di “suo pugno”.
Ecco le sue parole:
“Doveva essere New York.
E’ tornando dagli Stati Uniti che ci penso, per caso ho visto che c’è una maratona, che non è troppo lontana e che oggi è l’ultimo giorno per iscriversi. Sarà Palermo la mia prima maratona.
Ne parlo con Marco e incoraggiato anche da lui prepariamo la settimana prima della gara.
E’ lui che mi leva gli ultimi dubbi e mi convince che posso fare bene nonostante i casini di New York.
La sveglia suona alle 4 della domenica della gara. Non ho dormito molto per la verità, ma è comunque un buon risveglio. Preparo tutto e salgo in macchina per colmare le 2 ore e mezza che mi separano da Palermo, da quella maratona che inseguo da un anno.
E’ quasi alle porte di Palermo che mi rendo conto del primo scherzo che l’emozione mi ha fatto. Mi sono scordato a casa gli integratori da utilizzare durante la gara, e adesso?? Come faccio a “durare” per 42 km? Marco mi aveva insegnato nel dettaglio come alimentarmi, come utilizzare gli integratori per evitare la “crisi di fame” ed arrivare “a secco” negli ultimi Km di gara…
Tra l’altro iscrivendomi alla fine non ho nessuna idea di cosa ci sarà ai rifornimenti, quando ci saranno, anzi per dirla tutta non ho nemmeno idea del percorso. Preso da questi pensieri arrivo nel luogo di partenza della maratona.
Atleti che si scaldano, pettorali, chip, fila ai bagni e tanta passione..penso che mi piace. Il momento della partenza si avvicina e oltre ai dubbi sugli integratori che non ho, mi sento tutti gli acciacchi che non ho mai avuto durante gli allenamenti.
Finalmente si parte. E’ strano.., vedi tante persone diverse, senti i discorsi, corri (cammini all’inizio) spalla a spalla con perfetti estranei e ridi.
Nei primi chilometri cerco di trovare il ritmo (e lo spazio), cerco di guardare il percorso, di vedere la gente ai bordi.
Piano piano inizio a prendere il mio passo, a scordarmi dei (finti) acciacchi che avevo alla partenza e a godermi la corsa..si mi piace proprio correre.
Passo il primo rifornimento dove prendo dell’acqua, (c’è solo quella), non ho particolarmente sete ma pensando che posso solo bere da qui alle prossime 3 ore e 40/50 minuti tanto vale berne tanta no? Il percorso sono 2 giri da 21 chilometri ciascuno e mi accorgo che è un continuo sali e scendi con salitelle anche lunghe e anche con una discreta pendenza.
Al 10° chilometro inizia a piovere, io ovviamente indosso solo una maglia tecnica e una maglietta, ma va bene, non sento freddo e poi mi piace correre sotto la pioggia.
Mi sento sempre meglio, adesso corro con scioltezza mi godo il paesaggio, la pioggia, il pubblico, non penso a niente, e penso a tutto..la corsa per me è anche questo.
Passo il primo traguardo dei 21 chilometri in 1 ora e 49 minuti, per alcune delle persone che corrono vicino a me questo è il traguardo.. Un gruppo di persone mi applaudono come se avessi finito, poi vedendo che continuo a correre, li sento commentare: “no lui continua a correre, fa la maratona”. Il pensiero mi piace. Si io continuo a correre, io faccio la maratona ,io sto iniziando adesso a correre.
Dal 21° al 35° chilometro anche se sono bagnato fracido, sto benissimo, ho un passo ottimo, addirittura mi freno un pò per non esagerare, ma è il momento migliore della mia gara, le gambe vanno a mille e inizio a pensare che posso finirla bene e anche con un buon tempo.
E dal 36° chilometro che inizio leggermente a patire, gli ultimi chilometri sono in salitella con un strappo anche ripido intorno al 38° chilometro. Inizio ad avere fame e le gambe non rispondono più cosi bene.
Al 39° chilometro sento quasi un principio di crampo nella gamba destra ma continuo a correre, ormai manca poco mi dico. Gli ultimi 2 chilometri mi sembrano più lunghi dell’intera maratona fatta fin’ora, vedo il traguardo ma capisco di aver finito la mia riserva di energia.
Sono a secco ma cerco di concentrarmi sul pubblico che mi incoraggia e vedo il traguardo sempre più vicino fino a tagliarlo in 1 ora e 39.
Tempo finale della mia prima maratona: 3 ore 39 minuti e 31 secondi…
Sono veramente distrutto ma contentissimo, ho fatto un tempo decisamente migliore di quanto potessi immaginarmi e sono consapevole che con gli integratori avrei potuto fare molto meglio, ma per il mio esordio va benissimo cosi.. Adesso sono un maratoneta!!!
E’ stata veramente un’esperienza bellissima, ringrazio Marco che mi ha permesso di affrontarla al meglio delle mie capacità, senza nessun infortunio, calcolando ogni dettaglio!!
Ora a distanza di un giorno mi sono passati tutti i dolori e non vedo l’ora di allenarmi per la prossima.”
Che dire…, se non: BRAVO LUGI!!! Ottimo gesto!!
E tu cosa ne pensi..? Magari sei uno di “quelli di NY” che “è rimasto a bocca asciutta”…? Lascia un commento.., credo che Luigi sarà felice di risponderti!!
P.s.: preparati Luigi che quest’estate ti faccio fare qualche gara di Triathlon!!