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Allenare l’Impulso

Creato il 07 aprile 2014 da Biorelazionale @Biorelazionale

I livelli che permettono di osservare la dinamicità posturale umana sono molteplici.

Fuori dal controllo volontario possono essere individuati molti movimenti costantemente attivi (dal battito cardiaco, ai movimenti peristaltici, ecc.) oltre a questi sono presenti i movimenti messi in atto volontariamente dall’individuo.

La dinamica psicofisiologica dell’attivazione del movimento volontario è stata ampiamente descritta in tutte le sue componenti in Jeni, 2012, quello su cui qui vorremmo porre l’attenzione è la componente qualitativa dei movimenti.

Esistono persone che agiscono movimenti con un enorme investimento biomeccanico e persone che agiscono gli stessi movimenti con estrema leggerezza e senza alcuno sforzo.

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L’interpretazione del senso comune porta ad affermare che questa differenza è data dalla pratica e, in un certo senso, è così, ma c’è un’altra componente che è interessante valutare: l’impulso.

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L’organizzazione della risposta motoria può essere distinta in due fasi principali.

Una prima fase strategica:

Durante la quale lo stimolo arriva all’attenzione del soggetto, è analizzato ed insieme ad esso viene integrata l’analisi della situazione del contesto, se questa analisi richiede un movimento di reazione o di risposta, allora avviene una decisione del movimento da agire e la conseguente scelta del movimento dall’archivio di schemi motori presenti nel cervelletto.

Fase tattica del movimento volontario:

In base allo schema motorio selezionato viene organizzata la sequenza di contrazioni e rilassamenti che permettono la realizzazione biomeccanica del movimento, queste informazioni vengono trasmesse ai distretti periferici interessati che realizzando le istruzioni ricevute realizzeranno il movimento.

A questo punto, seguendo la logica circolare, viene effettuata subito una verifica della risposta motoria eseguita, per valutarne la coerenza sia con la programmazione che con l’analisi contestuale, e le informazioni di aderenza o meno a queste vengono trasmesse sia ai muscoli sia alle aree motoria e associativa della corteccia cerebrale, sia al cervelletto, in modo che ognuna delle tre componenti cerebrali possa eventualmente registrare l’incongruenza della risposta con ciò che era stato programmato, in questo caso il circuito si attiverà a portare le modifiche necessarie a tutto il sistema fino a produrre, se necessaria, una nuova risposta motoria, oppure nel caso non vengano rilevate incongruenze sarà confermato il funzionamento del circuito a feedback.

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FASE STRATEGICA:

1. Stimolo

2. Analisi della situazione

3. Decisione del movimento da agire

4. Scelta del movimento

FASE TATTICA:

1. Organizzazione della sequenza di contrazione

2. Informazione alla periferia

3. Risposta

Schema motorio

Fonte: Vanni Jeni, Ginnastica Posturale e Kinesiterapia, NSF Ed. 2012

Questo in estrema sintesi è il funzionamento neurofisiologico che sottostà al movimento volontario.

Come si può notare, la sequenza di contrazioni e rilassamenti muscolari necessarie all’attuazione della risposta motoria viene precisamente programmata e l’informazione trasmessa direttamente ai distretti periferici interessati, queste sequenze si andranno ad innestare sul tono di base globale della dinamica posturale e produrranno il movimento.

La qualità del movimento sopracitata si gioca in questo frangente infinitesimale. Se il tono di base di partenza di alcuni distretti è inficiato da una isometria costante, per la produzione del movimento sarà necessario un investimento energetico maggiore generando un vissuto di sforzo, percepibile sia dal soggetto stesso che da un osservatore esterno, che vedrà produrre il movimento più lentamente di quanto sia possibile produrlo e lo percepirà come meno fluido, meno “spontaneo” e meno preciso.

La nostra intenzione metodologica è quella, attraverso l’allenamento all’impulso, di rieducare e riportare il soggetto ad una condizione di igiene motoria in cui per il mantenimento della dinamica posturale di base siano investite solo le forze muscolari necessarie, riconducibili essenzialmente al tono di base e alla flessibilità fornita dall’alternanza a staffetta delle fibre muscolari.

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Su questa tessitura di base proponiamo le esperienze che permetteranno al cliente di esperire la possibilità di produrre movimento quasi in assenza totale di investimento muscolare ma semplicemente seguendo l’andamento ritmico del tono sul quale possa fiorire il movimento, il gesto.

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