Allergia al Nichel – Dossier Salute

Creato il 04 aprile 2012 da Eurodoctor

Nichel: di cosa stiamo parlando?

Il nichel è un metallo molto diffuso, presente nel suolo, nell’acqua e nell’aria. La parole nichel ha origine dal tedesco Kupfernickel, che letteralmente significa “rame del diavolo”, un termine utilizzato dai minatori per definire questo metallo, un tempo senza alcun valore.

Attualmente il nichel è invece di discreto valore, in quanto impiegato sia per la ben nota realizzazione di gioielli, bigiotteria e piercing, sia per la produzione di detersivi, cosmetici, detergenti e creme per il viso o per il corpo, senza dimenticare che questo metallo è anche ben apprezzato per la coniazione di monete e per la produzione di acciaio inossidabile.

Inoltre, molti non sanno che il nichel  è anche contenuto in molti cibi, tanto che gli alimenti si costituiscono come  la principale fonte di esposizione al nichel per l’intera popolazione mondiale. Ovviamente il quantitativo di nichel presente nei cibi varia a seconda del suolo su cui i cibi sono stati coltivati e la mancanza di informazioni sul nichel in molte etichette non deve trarre in inganno.

Infatti, la presenza del nichel, non solo nei cibi ma anche in prodotti di vario genere (come detergenti, detersivi e cosmetici) può essere determinata da “situazioni inquinanti”. Per esser più chiari, l’impiego di materie prime non selezionate, la contaminazione dei prodotti durante la catena di lavorazione e la conservazione degli stessi in contenitori metallici, sono tutti fattori che alterano la normale composizione di cibi e prodotti, determinando una inconsapevole presenza di nichel.

Allergia al nichel: in Italia la più alta percentuale di soggetti allergici

Secondo dati statistici, pubblicati dal Sistema Europeo di Vigilanza delle Allergie da Contatto (ESSCA),  l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di soggetti affetti da allergia al nichel. Infatti si stima che circa il 32,1% della popolazione italiana sia intollerante o totalmente allergica a questo metallo.

In effetti la cosa non stupisce affatto, dal momento che, sempre più spesso, sentiamo parlare dell’allergia al nichel, soprattutto da parte delle donne che, per ovvie ragioni, sono più inclini all’uso di gioielli e cosmetici contenenti nichel. Non a caso, sempre da quanto si evince dai dati ESSCA,  il sesso femminile sviluppa più facilmente l’allergia al nichel rispetto agli uomini (25% contro il 7,4%), mentre i problemi di dermatite da contatto si manifestano già all’età di 10-20 anni indipendentemente dal sesso.

Allergia al nichel: come si contrae e quali i sintomi e le conseguenze più evidenti

Gli esperti spiegano che, l’allergia al nichel e la dermatite da contatto che spesso ne  consegue, sono condizioni spesso favorite da fattori quali:

Predisposizione familiare verso l’allergia al nichel

  •    Contatto diretto e prolungato ad elevate quantità di nichel
  •    Eccessiva sudorazione che velocizza l’assorbimento cutaneo della sostanza allergizzante
  •    Presenza di tagli o abrasioni della pelle che favoriscono l’introduzione della sostanza allergizzante

L’allergia al nichel è una condizione assai spiacevole per chi la vive, sia per i sintomi e le conseguenze che comporta, sia perché questo tipo di metallo è presente ovunque ed è difficile prenderne le distanze in maniera totale. Ma come si manifesta l’allergia al nichel? Nella maggioranza dei casi questo tipo di allergia comporta una serie di sintomi inequivocabili come:

  •    Prurito ed eruzioni cutanee su volto, mani e gambe
  •    Comparsa di afte o di infiammazioni della bocca e delle gengive
  •    Senso di stanchezza, sonnolenza, spossamento e malessere  generale

A questi sintomi principali dell’allergia al nichel se ne aggiungono altri di carattere “soggettivo” come gonfiore addominale, mal di testa, senso di nausea e vomito. Le complicazioni che seguono all’allergia al nichel, comunque, dipendono anche dalla quantità e dal periodo di esposizione al metallo. Nei casi più gravi un’allergia al nichel da origine ad una dermatite da contatto che, a sua volta, può determinare crisi respiratorie ed asma.

La presenza dei sintomi sopra citati dovrebbe indurre il soggetto interessato ad effettuare dei test cutanei (patch test) che appurino la reale intolleranza/allergia al nichel. Se questa fosse confermata dalle analisi di laboratorio, allora sarà necessaria l’astensione completa dal metallo.

Allergia al nichel e alimentazione: quali i cibi contenenti nichel?

Il nichel, in quanto solfato, è presente in numerosissimi alimenti, soprattutto di origine vegetale, ed è per tale ragione che i cibi sono ritenuti i maggiori responsabili di allergia al nichel a livello mondiale. Ma quali sono i cibi contenenti nichel?

Uno studio Britannico ha dimostrato che il nichel è presente nei seguenti cibi in quantità espresse in mg/kg (le quali possono però subire variazioni a seconda della tipologia di suolo) : cereali (0.17), carne (0.04), pollame (0.04), pesce (0.08), uova (0.03), verdure (0.11),  altri vegetali (0.09), patate (0.10),  latte (<0.02),  prodotti caseari (0.02), noci (2.5), frutta fresca (0.03), oli e grasso (0.03).

Ma i cibi contenenti nichel non sono certamente terminati. Già perché la presenza di questo metallo è riscontrabile anche in alimenti quali cioccolato (27.87), farina di grano (12.15), aglio (0.016),
birra, vino rosso, sgombro, tonno, aringhe e crostacei, semi di girasole, semi di lino, nocciole, marzapane, noci, pomodori, funghi, kiwi, fagioli, lenticchie, liquirizia, spinaci, asparagi, cipolle e carote crude.

Pertanto nel caso di allergia andrebbero evitati tutti i cibi contenenti nichel. Purtroppo ciò non risulta sempre facile o possibile e allora è necessario seguire alcune accortezze pratiche quali:

  •    Evitare cibi con alto contenuto di nichel (cioccolato, cacao, semi di soia, noci, mandorle e legumi)
  •    Evitare cibi in scatola in quanto il contatto metallico tende a contaminare gli alimenti

Inoltre, dovrebbe evitarsi l’uso di utensili da cucina rivestiti con nichel e i cibi, specie quelli “acidi” andrebbero cotti in pentole adeguate e che al contatto col cibo non sprigionino quantità elevate del metallo

Allergia al nichel: l’Unione Europea e la regolamentazione sulla presenza ed il rilascio di nichel

Come già detto il nichel è presente ovunque. Questo rende assai difficile l’isolamento del metallo e il non contatto nella quotidianità del singolo. Gli esperti sostengono che una prevenzione di base sia possibile attraverso la modifica del proprio stile di vita, facendo particolare attenzione ai prodotti, agli alimenti e agli oggetti con cui si viene a contatto.

Purtroppo però la sola prevenzione è in grado solo di ridurre i sintomi dell’allergia al nichel, ma di certo non basta ad evitare delle recidive. Ma in merito ai sempre più frequenti casi di allergia al nichel, qual è la posizione dell’Unione Europea?

L’Unione Europea ha regolamentato la presenza e il rilascio di nichel in tutti gli oggetti destinati al contatto diretto e prolungato della pelle. In particolare, la Direttiva del Consiglio 94/27/CE  prevede una limitazione del contenuto del nichel nelle leghe che non deve superare lo 0,05% in peso e quello rilasciato in una soluzione simulante il sudore che non deve essere al di sopra di 0,5 μg/cm2/settimana.

Infine, la Direttiva del Consiglio 76/768/CEE (implementata dalla Direttiva della Commissione 2004/93/CE) vieta l’utilizzo di determinati metalli nelle formulazioni cosmetiche. Purtroppo però, in merito alla presenza di nichel nei cosmetici e negli oggetti, va detto che non tutte le aziende produttrici si sono adeguate. Numerosi studi statistici hanno infatti evidenziato che gli oggetti presenti sul mercato italiano, tra cui gioielli e bigiotteria, contengono nichel dalle 10 alle 450 volte in più rispetto al consentito dalla direttiva europea.

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