Eden Park, Auckland
England 12 - 19 France
Attendance: 49.105 - Half-time: 0 - 16
Tries: Cueto, Foden Cons: WilkinsonTries: Clerc, Medard Pens: Yachvili 2 Drop: Trinh-Duc |
La Francia che non s'aspetta chi la storia non la ricorda, manda l'Inghilterra a fare i bagagli, svegliando bruscamente diversi dei suoi - Wilkinson, Moody, Tindall, Thompson - dai sogni di raggiungere la terza finale. Non sono solo Les Bleus a sfoderare l'immancabile prestazione grandiosa, una, che si riservano in ogni Mondiale, a maggior ragione ogniqualvolta arrivino scornati e divisi davanti a una anglosassone un po' troppo sicura della propria superiorità; stavolta sono stati aiutati dallo schieramento suicida a due aperture intercambiabili scelto da Martin Johnson e da prestazioni individuali deficitarie, sopra a tutte quella del peggiore in campo Ben Youngs.
Eppure l'inizio dei bianchi con la rosa era stato potente: per dieci minuti buoni la pressione ra stata tutta loro, con la palla che girava arrivando al largo e il centro Manu Tuilagi cercato per rompere la linea avversaria. Stavolta i francesi non si disuniscono e reggono la pressione, appoggiandosi sulle fasi statiche, in particolare la rimessa laterale, e la prestazione difensiva monstre di molti, a partire da Julien Bonnaire, uno dei "colpevoli" con Tonga, oggi autore di quasi 20 placcaggi.
Reggi e reggi ancora, il pallino passava di mano grazie anche alla solita fallosità degli inglesi nelle ruck, che procurava a Yachvili due opportunità in fila, al 10' e al 15', che il franco-georgiano non falliva e che portavano la Francia sul 6-0.
Il punto è che i francesi sono sempre presenti a sostegno dei loro portatori di palla, gli inglesi non sempre e questo comporta indiscipline e palle perse. Nel mentre, si esercitavano nei loro barocchi switch senza costrutto tra Flood e Wilkinson al posto di primo ricevitore, oppure uno a destra e uno a sinistra quando la mischia o la ruck stavano in mezzo al campo. I francesi in vantaggio e sempre più fiduciosi arrivano vicvcini alla meta, è l'estremo Ben Foden sa negarla in extremis a Vincent Clerc.
Yachvili falliva la terza opportunità di punizione ma la pressione dei francesi, portata sia da calci tattici che da percussioni, chiudeva gli inglesi sempre più sconcertati e sorpresi nei loro 22. Da una palla rubata in rimessa il centro Maxime Mermoz apriva a Clerc sulla sinistra, l'ala bruciava Asthon e Wilkinson spingendo sulle gambe e neutralizzava il placcaggio di Foden con una veronica a terra che lo portava oltre la linea di meta. Yachvili falliva il secondo calcio in fila, 11-0.
Tuilagi, il più efficace "apriscatole" a disposizione, languiva pressoché disoccupato tra palle perse, tentativi di raccapezzarsi tra aperture e mediano in tilt. La sensazione è che manchino il paio di neuroni rivestiti di muscoli di Tindall, in mezzo al campo, ogni volta che l'ovale perviene a Flood o Wilko e oltre non arriva. Non è una questione di ritmi troppo alti, è che in campo non si trovano e la presenza coordinata dei loose five francesi è palpabile. Flood tentava un drop ad attacco retrocendente più per disperazione che per intimidazione e falliva miseramente.
La leva più potente odierna dei francesi è la rimessa laterale, dove si distingue Pascal Papé che fa il suo figurone nel primo tempo anche come ball carrier. Yachvili sfrutta la superiorità ed evita di sporcare ulteriormente le sue statistiche calciando una punizione a lato sui 5 metri inglesi. Portata giù la palla, capitan Thierry Dusautoir penetrava, poi apriva a Servat; Morgan Parra - prestazione superba la sua all'apertura - apriva largo all'ala Alexis Palisson, che seminava tre difensori prima di liberare verso il centro a Maxime Medard in sostegno per una meta facile. Yachvili falliva anche questo calcio (due su cinque, grave per uno che arrivava alla partita con l'85% di successo).
Il primo offload interessante inglese arriva nel finale del tempo, quando Wilkinson lancia Nick Easter oltre la linea difensiva. L'azione veniva sostenuta sullo stesso lato da Ashton e Marc Cueto, ma il tutto finiva con un passaggio al guardalinee di Wilkinson. Al riposo è sedici a zero.
Nel secondo tempo i francesi iniziano a spender falli per contenere la furia inglese, ma sempre lontano dai propri pali. Finalmente al 55' la pressione portata da un break del solito Tuilagi allargava la difesa e consentiva a Ben Foden di infilarsi in un gap per una meta della speranza.Wilkinson centrava quello che rimarrà il suo unico tentativo di piazzare, che lo porta a 4 punti di distanza dal record di tutti i tempi di di Dan Carter: too little, too late. per lui, ma la partita vive un sussulto sul 16-7.
Nel frattempo Yachvili toccato duro aveva lasciato la contesa, sostituito da Francois Trinh Duc che spostava Parra in mediana. Anche Wilko attorno allora di gioco lasciava, sostituito dal centro pesante Banahan. Anche questa mossa che chiariva finalmente ruolo e responsabilità di playmaker, era too late. E non per responsabilità di Wilko. Flood finalmente protagonista si liberava in un paio di bei linebreak; il sostegno però è sempre latitato sul versante in bianco.
Nel finale tra i francesi emergeva il leading by example di Imanol Harinordoquy, il migliore in campo sia per i metri guadagnati che per i placcaggi; il guadagno territoriale e la pressione che procurava, produceva il drop tagliagambe di Trinh-Duc poco oltre il 70'.
Il bulldog ci prova sempre fin che ha fiato, alla fine Banahan si apriva la strada al centro, riciclava su Cueto che si portava Clerc fino a sfiorare la linea di meta, concessa dal Tmo dopo un po' di studio . Tanto siamo al 76', premiato lo sforzo di uno dei più continui e pericolosi degli inglesi.
I francesi si diceva, a tutti i mondiali han sempre saputo estrarre dal cilindro una prestazione oltre gli standard. Quando arriva, davanti ci può essere chiunque, dagli All Blacks in giù, non c'è storia. Stavolta è toccato agli inglesi. Quasi a confermare, come di fatto son pienamente convinti gli Argentini, che questo sia uno sport più adatto ai latini innestati nel ceppo celtico-gotico che non agli stessi anglo-sassoni; magari se ne convincessero anche gli italiani ...
Prestazioni sopra le righe, salvopoi vedere i francesi appagati soccombere fatalmente nella partita successiva. Accadde anche le 2007: dopo aver eliminato gli All Blacks - o meglio, dopo aver prestato assistenza attiva al suicidio dei Kiwis - si fecero togliere di mezzo senza gran sforzo dagli inglesi.
Ci vorrà una settimana per capire se questa vittoria inattesa è un ulteriore incentivo al Galles arrivato alle semifinali solo nel 1987 o, come stimola come sempre in negativo il baffetti-da-sparviero Lievremont, se questa generazione di Bleus sarà "solamente pari" a quelle di tutti gli illustri predecessori loro.