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Allo scadere del tempo di Savina Dolores Massa

Creato il 28 giugno 2012 da Wsf

Allo scadere del tempo di Savina Dolores Massa

Ettore Algo Dal Vito

Non un grido, non una parola: fu un sospiro e un’accelerata al cuore.
Buio nella strada per chi ancora non ha gli occhi, né mani per cercare appigli. La paura invece la si riconosce, è simile per tutti quando dalla piccola morte si entra nella vita.
Buio e poi una nicchia, di muschio salso: lì io – senza averlo chiesto – sono. E ascolto battere il Tempo, pompato da un muscolo non mio, perché è vero, Io sono, ma anche no,
Io sono il Caso o invertendo due lettere di coda, sono Caos.
O Cosa, invertendo a mani piene.
Io il disturbo, io che potrei fuggire dalla nicchia senza neppure essere visto.

Invece si resta, per accidia o per imposizione: caso, caos, cosa, caso, caos, cosa, caos caos…passa il Tempo: adesso anche io ho un cuore.
Divento, da pensato, io pensante: garbugli stropicciati da decifrare.
Si impara,
nuotando in acqua tiepida con onde miele e pulviscolo che giunge da fessure per guardare,
per mangiare,
per defecare,
per udire. Potrei non avere mai paura restassi a vita in questa casa.

Invece scade il Tempo per essere parassita.
S-cade a terra l’acqua madre, s-cado io, un scivolante a questo mondo. Quando sento sbattere il portone alle mie spalle, ho freddo, solo freddo nel guardarvi.
Nessuna domanda che possa agitarvi. Non temete, non ho voglia di sporcarvi l’onnipotenza sulla faccia. C’è tempo.

S.D.M.

Savina Dolores Massa: http://savinadolores.altervista.org/


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