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Allo specchio

Creato il 13 novembre 2011 da Povna @povna

La settimana scorsa, come deciso già da tempo, la ‘povna e i Merry Men, tutti quanti, sono stati impegnati nella verifica di epica, sul dio ladro e bambino.
“Su questo prendo 10!” – aveva tuonato Weber all’annuncio della prova imminente.
“Anche io!” – gli aveva fatto eco Soldino tutto convinto.
“E’ facile” – aveva detto la Pesciolina con più calma.
“E’ bello!” – l’aveva corretta Piccolo Giovanni.
“Perché le avventure sue sono le nostre, insomma è come noi” – aveva concluso Cirillo Skizzo con un gran sorriso.
“Molto bene” – aveva pensato dal canto suo la ‘povna condividendo tutti i loro entusiasmi. Poi arriva il giovedì, consegna la verifica e si procede.
Per una volta, in aula, gran silenzio. L’acufene perenne che caratterizza la loro modalità collettiva di affrontare la scuola, tutto il giorno, si è placato, e tace compiacente. Tutto intorno, stridore di penne, e grande agitazione.
“Oddio!”.
“Aiuto”.
“Non lo so”.
“Mamma!”.
La ‘povna a vedere le loro facce si era preoccupata, perché non capiva bene che cosa stesse accadendo. Poi aveva visto che scrivevano, quindi aveva riacquistato la calma, continuando a pattugliare i banchi con lèna e convinzione.
Poi succede che alla fine del compito le ‘povna aveva messo una tabella, in cui chiedeva ai Merry Men un’autovalutazione.
E succede che alla consegna i nove decimi decidono di volare basso, e dichiarano di essere “molto preparati” (o almeno “abbastanza”) ma poi non osano aspirare a più della sufficienza, quasi che sia un peccato e un disonore.
E succede anche che, l’unica eccezione, Earnest (che la ‘povna ha fatto in tempo, già da qualche settimana, a valutare poco limpido, tanto che è l’unico tra i Merry Men a ricordarle in qualche modo Steerforth: attaccato al voto, allo studio mnemonico, a una sempre perenne e inespressa contestazione), si aspetti di prendere tra il 7 e l’8, ma sia anche il solo che dichiari di avere risposto maluccio (è più che vero) alle domande; e lasci così la ‘povna con la faccia a forma di punto di domanda, a meditare su tutta la questione.
Arrivata a casa, durante un fine settimana un po’ convulso, in cui è impegnata anche in parecchio altro, la ‘povna corregge con calma le prove di tutti. E scopre (con un misto strano di sollievo e di ansia) che coloro che si erano definiti, prima del giorno della pugna, preparatissimi hanno meritato tutti voti intorno all’8, che l’intera classe (tra questi: Earnest) in ogni caso ha raggiunto (almeno) una stentata sufficienza, e che ci sono anche voti medi, tra 6 e 7, come in fondo si aspettava.
Ma, siccome lei sa bene che i segnali vanno intepretati, e, se li sai capire, parlano, la ‘povna si sente invadere da un quantitativo esponenziale di ansia. Perché quello che è successo è pericoloso, e gravido di conseguenze. E, se fosse una astronauta, sarebbe questo il momento di accendere la radio, e comunicare a terra:
“Houston, la ‘povna ha un problema”.



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