Alloni: “Tavolo regionale sul prezzo del latte, ma senza contestare il governo”

Creato il 20 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Circa dieci anni fa il prezzo del latte alla stalla era 32 centesimi, ora solo 40 centesimi. È un prezzo imposto dalle industrie di trasformazione del latte e poi dalle catene commerciali in una catena, o filiera, troppo lunga, di cui i produttori sono l’anello debole, perché costretti a vendere. Le industrie sfruttano le divisioni e gli individualismi. C’è l’allevatore di vacche da latte che può permettersi di trattare un contratto con un trasformatore e altri allevatori troppo piccoli per spuntare un prezzo adeguato. Generalmente i produttori perdono e non si vede perché non cercare di premiare la qualità e la serietà del lavoro senza punire i consumatori. Vista l’ampia differenza tra il prezzo del latte alla stalle e sullo scaffale del centro commerciale o del negozio ci si rende conto della speculazione commerciale che all’incirca quadruplica i prezzi da anni. Questo sistema non funziona. Non è tuttavia solo una questione di prezzo. Gli ultimi ad aver parola sono i consumatori, generalmente disuniti e inascoltati. La soluzione più brillante sembra la vendita diretta al consumatore, in cascina o nei dintorni. Il farmer market, con meno mediazioni. Idee che circolano da tempo e si realizzano poco. Sarebbe cortese che ne parlasse il governo.

“Condividiamo la proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura Fava di una sorta di tavolo regionale sul prezzo del latte. Soprattutto perché già nella passata legislatura il Pd si era battuto affinché Regione Lombardia prendesse in mano la questione e diventasse protagonista della trattativa per spuntare un prezzo equo del latte”, lo dichiara Agostino Alloni, consigliere regionale del Pd e componente dell’VIII Commissione Agricoltura del Consiglio regionale.

“Tuttavia, dobbiamo invitare l’assessore a cessare ogni polemica con il Governo centrale con cui è invece necessario interloquire in maniera costruttiva – aggiunge Alloni, riferendosi alla ormai lunga querelle sui danni del maltempo –: pare evidente che non si può pensare di contestare continuamente il Ministro e poi pretendere di essere ascoltati”.

Milano, 19 giugno 2013

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