esondazione del fiume Potenza a valle di S. Egidio di Montecassiano.
Alluvione nelle Marche. Era inevitabile che alla prima pioggia un po’ più intensa delle solite si sarebbe tornati sott’acqua. Non è la natura la colpevole, ma colpevole è l’ abuso del territorio. Quando l’egoistica ricerca del profitto a tutti i costi spinge singoli, amministratori ed imprese ad appropriarsi delle risorse naturali senza alcun rispetto per le dinamiche naturali del territorio i risultati non possono non essere un disastro prima di tutto proprio economico. Da tempo molti cittadini osservavano allarmati e si preoccupavano per come il territorio marchigiano, compresa la nostra provincia veniva massacrato dalla speculazione edilizia selvaggia, dall’estendersi senza alcun freno dell’impermeabilizzazione dei suoli per l’urbanizzazione massiccia, l’eliminazione di ogni presidio di salvaguardia idrogeologica. I risultati sono ora evidenti. Se si sostituisce il terreno con l’asfalto e il cemento l’effetto non potrà essere altro che piene improvvise e disastrose. Se si arano i campi dalla cima fino al fondovalle senza alcuna regimazione delle acque il risultato sarà frane e valanghe di fango. Se si scavano gli alvei fluviali sperando che drenino più efficacemente le acque di piena il risultato potrà essere solo il crollo dei ponti a causa dell’erosione della base delle fondazioni. Se si irrigidiscono le sponde con massicciate e muri di sostegno impedendo al fiume di utilizzare il suo letto di piena naturale, il risultato sarà l’erosione laterale delle stesse sponde e di tutto quando l’energia dell’acqua riuscira ad asportare. Se si restringono le zone di foce come è stato fatto per il Fiume Potenza per far posto agli insediamenti turistici fino sulla spiaggia, il risultato non potrà essere altro che l’esondazione a monte. Se si costruiscono insediamenti sulle sponde o, peggio, negli alvei di piena “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Però ancora una volta sarà la collettività a dover far fronte agli enormi costi del ripristino territoriale. Sarà un caso che i danni maggiori sul fiume Chienti e sul fiume Potenza si sono avuti proprio nelle zone di massima urbanizzazione, a valle delle aree di urbanizzazione massiccia come quelle mostruose che ancora proliferano e si estendono, guarda caso tra Piediripa e Corridonia, proprio a ridosso dell’asta fluviale?
Nella foto inserita in questo articolo si vede un piccolo corso d’acqua, a sinistra, che sfocia nel Potenza. Ha esondato allagando ampie superfici agricole. Si tratta del Vallato di S. Egidio. Guarda caso questo fosso costruito a suo tempo per drenare le acque del terrazzo alluvionale, ora è quasi del tutto interrato e delimitato da strade, costruzioni e case. A monte, inoltre si è costruita un’ampia zona industriale i cui piazzali e strade hanno raccolto in breve tempo grandi quantità di acqua di ruscellamento facendo esondare il fosso impossibilitato a drenare tutta la massa d’acqua che gli è arrivata.