Almanacco

Da Fluente

Buongiorno a tutti dal sottosritto Federico,secondo fine settimana di ottobre che come sempre quì a “GiardinoWeb” ha come appuntamento  l’almanacco.Oggi la nostra scaletta prevede alcune novità,non vi anticipo nulla perchè le scopriremo pian piano.Iniziamo come sempre vedendo cosa ci riserva il tempo per la prossima settimana.METEOSETTIMANA

Gli occhi sono tutti per Paula. No, non è l’ultimo acquisto tra le “meteorine” inventate dalla sconvolgente frivolezza della televisione italiana. E’ un vero e proprio vortice depressionario che di una procace e avvenente fanciulla può comunque competere in termini di misure. Ben 960 hectoPascal di pressione minima nel suo cuore pulsante là sul vicino Atlantico, dove spicca una striscia spiraliforme di vento fino a 150 km/h.

Ma l’importanza di Paula, la di là dei connotati spettacolari che la contraddistingono, sta nel fatto che da domenica lascerà l’Atlantico per divenire protagonista sulla scena mediterranea. La resistenza opposta dall’alta pressione riuscirà ad arginarla e a indebolirla, tuttavia risulterà ancora determinante per il tempo, anzi per il maltempo, previsto sulle nostre Isole Maggiori a partire da domenica, e non è tutto.

Le pulsazioni successive del diaframma vorticoso spingeranno le sue spire nuvolose anche sul settore peninsulare tra lunedì e mercoledì, dove replicheranno l’intensa ondata di rovesci e temporali, il tutto in rigorosa veste tipicamente autunnale.

Naturalmente ci sembra opportuno anticipare fin d’ora la possibilità del verificarsi di tutta la solita sequela di criticità legate alla situazione perturbata in arrivo, onde permettere per tempo la messa in opera delle adeguate misure di sicurezza.

E il nord? Rimarrà tagliato fuori dal compasso perturbato, anche se un po’ di nuvolaglia su Liguria, bassa Padana ed Emilia Romagna testimonierà il malessere sofferto dal resto d’Italia. Qui però il limbo di tranquillità potrebbe precedere l’avvento di un primo blocco di aria scandinava che certo mite non sarà. Ma per questo occorrerà attendere quantomeno la metà del mese.

SINTESI PREVISIONALE FINO A VENERDI 15 OTTOBRE

SABATO, 9 OTTOBRE 2010

Nuvolaglia bassa su valli alpine, Prealpi, settori padani a nord del Po, pedemontana emiliano-romagnola, entroterra marchigiano, Abruzzo e Molise per venti da est, senza rischio di pioggia. Qualche addensamento possibile anche su Toscana e Sicilia. Per il resto soleggiato o velato. Bello sulle cime alpine più elevate. Clima mite per la stagione.

DOMENICA, 10 OTTOBRE 2010

Nubi fin dal mattino su Piemonte, Ponente ligure, Sicilia e Sardegna, con tendenza a rovesci e temporali su quest’ultima regione a partire dal primo pomeriggio, anche forti sull’Ogliastra. Qualche rovescio non escluso in serata anche su nord Sicilia e sud Calabria. Altrove velato o addirittura soleggiato, fatte salve le solite nubi basse al nord. Scirocco in intensificazione. Temperature in calo sulla Sardegna.

LUNEDI, 11 OTTOBRE 2010

Rovesci e temporali in trasferimento alle regioni centro-meridionali peninsulari e alla Sicilia. Migliora rapidamente in Sardegna. Al nord-ovest e sull’Emilia Romagna nuvoloso ma asciutto. Soleggiato sul Triveneto. Temperature in calo sotto precipitazioni.

MARTEDI, 12 OTTOBRE 2010

Abbastanza soleggiato su Alpi e Prealpi. Altrove nuvoloso o molto nuvoloso, con qualche rovescio possibile al centro e sulla Puglia.

MERCOLEDI, 13 OTTOBRE 2010

Instabile al centro e al sud con nuova passata di rovesci e temporali, meno probabili sulla Sardegna. Più sole e tempo asciutto al nord.

GIOVEDI, 14 OTTOBRE 2010

Ancora spiccata instabilità al sud, con alto rischio di rovesci. Migliora al centro e sulla Sardegna. In prevalenza soleggiato al nord.

VENERDI, 15 OTTOBRE 2010

Residui acquazzoni all’estremo sud, poi tendenza a generale miglioramento. Torna almeno in parte il sole sul resto del Paese. Temperature in ripresa al centro-sud, in incipiente calo al settentrione.

Luca Angelini

PROVERBIO

Per S. Teresa (15 ottobre),
semina a distesa.

LAVORI IN GIARDINO

Si potano gli alberi e gli arbusti che hanno terminato la fioritura (ibisco, lantana, fucsia ecc.) nei climi non soggetti a gelate precoci. In caso contrario, la potatura deve essere rimandata alla primavera successiva. Si estirpano e si separano i bulbi delle bulbose che hanno terminato di fiorire (dalie, gladioli ecc.).Una volta asciugati e puliti, vanno portati nei luoghi di conservazione. Si preparano le buche per mettere a dimora i nuovi ceppi di rose. Se il terreno estratto non è di buona qualità, è meglio sostituirlo in occasione dell’impianto.Ivasi dei crisantemi che stanno per fiorire vanno portati al riparo se i boccioli non si ingrossano.

CONSIGLI

Controlliamo il comignolo

E’ buona norma controllare o far controllare periodicamente il comignolo. Meglio farlo d’estate,quando la sua funzione è ridotta. D’inverno, quando lavora a pieno regime, deve essere efficiente. Bisogna verificare, soprattutto, che gli uccelli non abbiano nidificato all’interno del comignolo, creando pericolose ostruzioni nella canna fumaria. Tale controllo sarà particolarmente opportuno dopo un lungo periodo di inattività del camino.Comunque,per assicurare un buon tiraggio,il comignolo deve avere una sezione utile di uscita almeno doppia rispetto alla sezione della canna fumaria. Deve essere in grado di impedire la penetrazione nella canna fumaria di pioggia o neve. Deve, infine, assicurare lo scarico dei prodotti di combustione, anche in presenza di venti da ogni direzione o inclinazione.

PROTAGONISTI

Le castagne


Come gia annunciato eccoci alla nuova rubrica”protagonisti”scopriamola insieme.

Le castagne, insieme ai marroni, sono frutti, ma sono molto diverse dai normali frutti perché sono ricche di carboidrati complessi, in particolare amido, come i cereali. Questo le rende piuttosto caloriche e nutrienti, e fa sì che siano adatte a svariati usi, così come avviene per le patate. E come queste, infatti, per centinaia di anni le castagne hanno rappresentato la principale fonte alimentare di popolazioni povere, in particolare per quelle degli Appennini, durante l’autunno e l’inverno.Tipicamente autunnali, cadono spontaneamente dall’albero da settembre a dicembre, periodo nel quale vengono raccolte due volte al giorno, ma si conservano a lungo sia fresche (dopo averle lasciate in acqua per qualche giorno e asciugate per bene si possono conservare in luogo fresco e asciutto, anche per un paio di mesi) sia secche, morbide o dure, sia sotto forma di crude (e poi scongelate e cotte immediatamente), o già arrostite e sgusciate: in questo modo si possono conservare anche per 6 mesi. Prima del consumo vanno fatte scongelare lentamente e mangiate fredde o leggermente scaldate al forno.In cottura parte dell’amido si trasforma in zuccheri semplici, conferendo alla polpa la tipica dolcezza. Ciò non ne impedisce un esteso utilizzo in preparazioni salate, come ripieno o accompagnamento per le carni o, sotto forma di farina,in alternativa a quella di grano per la preparazione di pani e paste.

IL LIBRO

Dove nasce un giardino?

Autore: Anja Werner

Cover:

Dimensioni: 240×280

Pagine: 224

Lingua: Italiano

Prezzo: 29.95 euro

ISBN: 9788879405171

Edizione: Logos Books

La storia del giardino si sviluppa da sempre attorcigliandosi su due filoni principali: la rappresentazione dei simboli e quella della natura. Quando prevale il primo, i giardini assumono fattezze formali che inseguono le immagini dei miti e dell’invisibile, quando prevale il secondo assumono le linee della naturalità. Un libro per architetti e paesaggisti.

GIARDINI MARCHIGIANI

Villa Buonaccorsi
Porto Potenza Picena (Macerata)

La villa dei conti Buonaccorsi si estende alla sommità della collina detta di Montesanto, a breve distanza dal centro storico di Potenza Picena. È formata da un complesso nel cui recinto, oltre ai diversi fabbricati della dimora signorile, sono la chiesa, una serie di edifici rustici, un boschetto e un giardino; quest’ultimo costituisce un’architettura verde del tutto eccezionale. Il giardino, orientato a meridione, è articolato in cinque successive terrazze principali e due ulteriori livelli intermedi. L’insieme dei gradonamenti discende la pendice a partire dalla sommità pianeggiante della collina in cui sono situate le varie costruzioni.Nel visitare la villa verso la fine degli anni Cinquanta, la celebre studiosa di giardini Georgina Masson aveva già notato come questo spazio verde, per la conservazione di tanti affascinanti dettagli (le forme di impianto della vegetazione,il ricco apparato scultoreo, i gruppi di automi), rappresentasse un realistico modello di giardino settecentesco. Aggiungeva anzi che il “giardino Buonaccorsi è il perfetto esempio del giardino delle Marche e, grazie alle amorevoli cure dei suoi proprietari, è sopravvissuto in condizioni eccellenti, per mostrarci come dovevano apparire gli altri” (G. Masson, Italian Gardens, London 1961, p. 215). La Masson lodava la proprietaria dell’epoca, la contessa Giuseppina Matteucci Buonaccorsi, le cui amorevoli cure avevano permesso la conservazione del gioiello. La proprietà è nel frattempo mutata, ma fortunatamente il livello di manutenzione è ancora elevato.In mancanza di documenti precisi, la sequenza cronologica di formazione del giardino è solo ipotizzabile ed è stata sin qui indagata soprattutto per quanto concerne alcuni elementi particolari,come l’eccezzionale corredo di statue.Questo in parte proviene da una bottega specializzata nella lavorazione di statue da giardino: quella del vicentino Orazio Marinali (il cui nome è riportato su alcuni basamenti), morto nel 1720.

A quella data buona parte del corredo scultoreo doveva già essere stato collocato e quindi il giardino era stato realizzato o comunque prefigurato. Un dipinto della seconda metà del Settecento in passato conservato nella villa, forse attribuibile al pittore anconetano Francesco Foschi (il quale riprodusse una serie di ville della regione), raffigura il giardino come questo si presentava all’epoca, con i primi tre livelli perfettamente delineati e in stato non molto dissimile dall’attualità.Nel suo insieme il giardino è dunque una creazione dei primi decenni del Settecento, ma la sua terrazza superiore è forse più antica. Rettangolare, ma di dimensione trasversale ridotta rispetto ai terrazzamenti successivi, questa fronteggia a est la parte originaria della villa, un corpo quadrangolare con bastioni angolari decorativi risalente al XVI secolo; al capo opposto della terrazza è una chiesetta settecentesca fronteggiata da cipressi in topiaria a guisa di arco.Per conformazione quest’area detta del “giardinosegreto”sembra precedere la realizzazione dei successivi terrazzamenti e rappresenta forse l’originario giardino del primo nucleo della villa. Di un giardino e di un giardiniere che se ne occupava si parla peraltro anche nei documenti dell’archivio Buonaccorsi sin dal 1651, anche se non viene specificata la collocazione dello spazio verde.

Un’altra caratteristica potrebbe datarne la realizzazione già al XVII secolo: questo terrazzamento è ancora oggi un giardino di fiori, ma la sua eccezionalità (nell’intero panorama dei giardini italiani) sta nel fatto che il suo disegno è derivato da uno degli schemi proposti in un trattato celebre. Si tratta del Flora ovvero Cultura di fiori -del gesuita e naturalista senese Giovanni Battista Ferrasi, dato alle stampe a Roma in edizione latina nel 1633 e poi nuovamente nel 1638 in italiano. Le quattro aiuole intorno a una fontana centrale di questo primo terrazzamento hanno un disegno particolare: cinte da una bassa siepe in bosso, contengono all’interno piccoli compartimenti per fiori con forma stellare, esagonale, trapezoidale, quadrata, disegnati da bordure in pietra e organizzati intorno ad una guglia che segna il centro di ogni aiuola.Se si lascia il livello superiore per discendere il complesso verde, fra il primo e il secondo terrazzamento si incontra dapprima un camminamento, posto a quota intermedia. È ornato con spalliere di agrumi lungo la muratura di sostegno del piano superiore e di figure grottesche e nani sulla balaustrata rivolta a valle, che è preceduta da una siepe in bosso.L’ampio secondo terrazzo è ornato da una sequenza di aiuole regolari con agrumi in vaso posti agli angoli, mentre fontane e obelischi segnano l’asse trasversale del livello. È inoltre chiuso a est da una galleria verde, un bersò di antica costituzione ricoperto di edera, con finestre che nella vegetazione si aprono verso il giardino.
Attraverso una scalinata centrale, fiancheggiata da statue raffiguranti Arlecchino e Pulcinella si raggiunge il terzo livello, assai stretto e denominato ‘viale degli imperatori’, per via della teoria di statue con abiti antichi; il terrazzo è chiuso, alla sua estremità orientale, da una nicchia con la statua di Flora.
Il quarto e quinto livello, pur facendo parte integrante del giardino sono segnati da una ridotta presenza di statue e decori e sembrano avere avuto in passato una carattere di servizio. In particolare il quarto terrazzamento, a cui si accede dopo avere attraversato un corridoio intermedio analogo a quello esistente fra il primo e il secondo livello, è oggi disegnato con ampie aiuole rettangolari che forse replicano la regolare partizione di un orto o un frutteto, ospitato in passato.

Il quinto terrazzamento è segnato da lunghe e alte quinte parallele di sempreverdi, soprattutto allori. Sembra presentare i caratteri tipologici di una ragnaia, la cui presenza potrebbe essere confermata anche dalle due ampie peschiere, un altro elemento tipico di queste strutture dell’uccellagione.Il giardino ha inoltre due grotte ;la prima detta del” teatrino degli automi”,è situata al livello inferiore in corrispondenza dell’asse compositivo centrale. È costituita da una grotticella a emiciclo rivestita di rocce calcaree spugnose e conchiglie, all’interno della quale sono giochi idraulici e meccanici. Al centro della grotta è la figura policroma detta di ‘Cecco Birbo’, un cacciatore in abito settecentesco che suona una trombetta e che in passato reggeva un fucile e portava a tracolla una fiasca da polvere in osso. Alle sue spalle sono tre nicchie in cui, protetti da sportelli, sono collocati gli automi: alla sinistra un turco che suonava una tromba, a destra un Arlecchino che percuoteva un tamburo; entrambe le figure sono vestite con abiti in stoffa. Al centro è invece raffigurata una fucina, forse quella di Vulcano, in cui uomini (o ciclopi) battevano martelli su un’incudine. Quest’ultima scena è derivata fedelmente da una incisione cinquecentesca di Giovanni Battista Aleotti; il disegno corredava l’edizione italiana del Pneumatica, un celebre testo dell’antichità dedicato ad automi e meccanismi ad aria compressa, scritto nel I secolo d.C. da Erone d’Alessandria (nell’edizione in italiano Gli artifitiosi et curiosi moti spiritati di Herrone, Ferrara 1589). Ancora una prova dell’origine ,colta’ del giardino.In passato tutte le figure si muovevano, producevano suoni e lanciavano schizzi d’acqua.

Alle spalle della grotta è un corridoio che contiene i meccanismi destinati a dare movimento agli automi; fra essi i grandi mantici che insieme alla pressione idraulica concorrevano a dare suono e movimento alle figure. L’insieme costituisce uno dei gruppi di automi più importanti d’Italia.La seconda grotta è collocata nella zona occidentale del giardino, al di sotto di uno dei corpi aggiunti alla villa ed è detta la ‘grotta dei frati’. Presenta un lungo corridoio rivestito di rocce calcaree in cui le figure di due monaci,addossati alle pareti e scolpiti in scala quasi reale in atteggiamento quasi estatico,fiancheggia una nicchia chiusa da uno sportello in legno.La sua apertura riconduce la scena religiosa al puro gioco: compare infatti la figura di un diavolo che schizza acqua.Documenti vari, dell’inizio dell’Ottocento, indicano la presenza di altre figure animate nel giardino: uccelli, un cane, un cuculo e poi di sedili in legno basculanti che azionavano spruzzi d’acqua.Il giardino fu successivamente ampliato nell’Ottocento dal conte Flavio Buonaccorsi; alla fine degli anni Sessanta del secolo fu aggiunto al complesso il cosiddetto ‘giardino dei tassi’, un vasto terrazzo quadrangolare situato all’estremità occidentale e abbellito con magnifici tassi. Nel medesimo periodo fu sistemato a giardino all’inglese il bosco posto a oriente del giardino formale, attraverso l’introduzione di percorsi sinuosi intervallati da statue, che portano a scoprire una grotta con laghetto, una montagnola belvedere e altre strutture di più difficile identificazione.



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