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Alphaville Cineclub presenta: Belle Visioni, selezione di pellicole d’autore contemporanee

Creato il 11 gennaio 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Alphaville Cineclub propone, dal 12 al 16 gennaio 2011 presso la sua sede in Via del Pigneto 283 dalle ore 21.00, la rassegna di cinema contemporaneo ‘Belle Visioni’, consolidata selezione di pellicole cinematografiche prodotte e distribuite tra il 2009 ed il 2010 che meritano davvero una (re) visione rivolta in particolare a chi le ha perse in sala ma ne ha sentito parlare durante l’anno.

Sono lungometraggi assai diversi quanto ai temi trattati ed alle modalità tipiche del linguaggio cinematografico espresse, accomunati però dal bel ‘girare’ e da un forte tratto autoriale profondamente riconoscibile (si pensi a Polanski, ma anche a Solondz o alla Coppola o al nostro Dario Argento)o in procinto di divenirlo in futuro (il giovane Mieli, ma anche il neo regista, già famoso stilista, Tom Ford) legato ad una riflessione sul presente, in qualche caso elaborata guardando al passato.

Si inizia dunque mercoledì 12 gennaio con il lungometraggio An education (2009), film introdotto dall’articolo indeterminativo a indicare una delle tante (male) educazioni dell’Inghilterra anni ‘60. In attesa della swinging London dei Beatles, una ragazzina, decisa a studiare ad Oxford, prova a uscire dal credo piccolo borghese per inseguire un losco eppur simpatico ultra 30enne. A ciascuno il suo, ma la resurrezione è comunque possibile. Ritratto spietatamente divertente scritto da Nick Hornby (autore , tra l’altro, di Febbre a 90° ed Alta fedeltà, romanzi anch’essi prestati al cinema con successo) sulle tracce di un libro di memorie, sa essere curioso e pungente grazie anche ad un supercast  in stato di grazia!

Giovedì 13 la serata è dedicata al regista indipendente Todd Solondz, già autore del disturbante Happiness nel 1998, qui alle prese con l’ultimo lavoro Perdona e dimentica (2010) la cui storia si basa sul monito del titolo proposto attraverso gli occhi di tre sorelle le cui famiglie sono vittime di pesanti tragedie che hanno a che fare con la pedofilia, la depressione e la solitudine. Sono passati circa dieci anni dalle vicende che hanno letteralmente distrutto la famiglia di queste tre donne, ma i fantasmi tornano a farsi vivi quando Joy scopre che il marito Allen non è del tutto guarito dal suo “disturbo” e per questo cerca di ottenere conforto e consigli da sua madre e dalle sue sorelle. A questo punto però  inizia ad essere perseguitata dalle visioni del suo ex corteggiatore Andy.

La guerra che combattono i personaggi di Solondz è ancora quella per non morire schiacciati dalla vita. Per restare dalle parti della contraddizione in termini: una piacevolissima e spietata conferma.

Doppio appuntamento venerdì 14 gennaio; in prima serata sarà possibile assistere alla proiezione di Giallo (2010), ultima fatica cinematografica del maestro italiano Dario Argento qui alle prese con il serial killer del titolo, uomo assai brutto e frustrato che, schernito e deriso nell’orfanotrofio in cui era stato rinchiuso da piccolo, ora prova piacere nel rapire donne bellissime e nel torturarle sottoponendole ad indicibili sevizie e lasciandole a lungo agonizzanti, fino a quando non è completamente appagato. Giallo è una “macchina di morte” di incredibile efficienza, vicina ad altri psicopatici da sempre protagonisti delle opere del regista, che infatti torna ad una sceneggiatura simile a quelle dei suoi primi inconfondibili lavori … Convincenti i due protagonisti Adrien Brody ( che è anche Giallo grazie ai trucchi dell’esperto Sergio Stivaletti ) ed Emmanuelle Seigner.

A seguire sarà la volta di Dieci inverni (2009), piacevole opera prima del giovane Valerio Mieli, già studente al Centro Sperimentale di Cinematografia, che qui racconta un lungo’avvicinamento amoroso’ tra un lui ed una lei alle prese con la vita che verrà.

Sabato 15 gennaio ancora doppio appuntamento con il cinema d’autore; in prima serata è prevista la proiezione di Somewhere (2010), ultimo lavoro di Sofia Coppola vincitore al Festival di Venezia, qui alle prese con la storia di Johnny, giovane uomo un po’ perso che vive a Hollywood nel leggendario hotel Chateau Marmont, se ne va in giro sulla sua Ferrari e casa sua è un flusso continuo di ragazze e pasticche. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, Johnny vive senza preoccupazioni fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata dal suo matrimonio fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali sulla sua posizione nel mondo e ad affrontare la questione che tutti dobbiamo affrontare: quale percorso scegliere nella nostra vita?

La seconda serata ha come protagonista il primo lavoro del neo regista Tom Ford A single man (2009), una sorpresa davvero piacevole del cinema contemporaneo, impeccabile nella forma ma anche nel contenuto.

E’ il 1962 e la guerra nucleare sembra imminente. La paura pervade il mondo. I valori sociali sono rappresentati in termini eccessivamente semplicistici, in bianco e nero, ma le complessità delle relazioni umane sono aggrovigliate allora come oggi. Ambientato a Los Angeles all’apice della crisi missilistica di Cuba, A Single Man narra la storia di George Falconer, un professore universitario inglese di 52 anni (Colin Firth), che fatica a trovare un senso alla propria vita dopo la morte del compagno Jim. George vive nel passato e non riesce a vedere il suo futuro. Nell’arco di una giornata, in cui una serie di eventi e incontri lo porta a decidere se la vita dopo Jim abbia un senso oppure no, George trova conforto nella sua più cara amica, Charley, una splendida 48enne, anche lei alle prese col suo futuro. Un giovane studente di George, Kenny, che sta iniziando ad accettare la propria omosessualità, perseguita George e lo considera l’anima gemella.

Ed infine domenica 16 gennaio la serata è dedicata a L’uomo nell’ombra (2010), ultima fatica del maturo Roman Polanski qui in stato di grazia hitchcockiana. Il film racconta la storia dell’ex primo ministro britannico Adam Lang che vive su un’isola negli Stati Uniti con la moglie, la segretaria e le guardie del corpo. Viene raggiunto da un ghost writer incaricato di rivedere da cima a fondo la sua autobiografia. Lo scrittore va a sostituire il  collega precedente che è morto cadendo da un traghetto in circostanze misteriose, ma presto comprende di essersi accollato un’impresa scottante e non solo sul piano letterario. Lang viene infatti accusato di avere, nel corso del suo mandato, consentito la tortura di prigionieri sospettati di terrorismo e di avere inconfessati legami con la Cia. Thriller alla Hitchcock con una consapevolezza della classicità assolutamente originale, privilegia nello svolgersi temi cari da sempre a Polanski,  in particolare l’ambiguità del vivere, ma anche la diffidenza per ogni potere pubblico e l’isolamento dell’essere umano, qui ben delineato dalla forte presenza dell’acqua vista come minaccia e morte. Polanski approda al thriller con risvolti spionistici grazie a un romanzo che rispetta profondamente e a un Ewan McGregor che ricorda i divi americani del genere, da Cary Grant a James Stewart, perfetto nei panni dell’uomo qualunque costretto a destreggiarsi in una trama (letteraria, di rapporti gerarchici, politici e sentimentali) che rischia ad ogni passo di travolgerlo con le sue parziali rivelazioni. Si avverte il divertimento di Polanski che finisce con il non essere disgiunto da una sorta di consapevolezza preveggente.

Per informazioni:
Cineclub Alphaville


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