Il rapporto tra cinema ed altre arti, in particolare la letteratura e il teatro, è il tema della rassegna Bookfilm, la selezione di pellicole d’autore in programma ad Alphaville Cineclub dal 30 marzo al 3 aprile.
La selezione di Alphaville si apre mercoledì 30 marzo alle ore 21.00 con la proiezione del film La promessa (2001), libera trasposizione del romanzo omonimo di Friedrich Durrenmatt, di cui si celebrano proprio quest’anno i novant’ anni dalla nascita, per la regia di Sean Penn, qui alla sua terza e più riuscita prova dietro la macchina da presa.
Giovedì 31 è in programma l’ormai cultissimo Blade Runner (1982) di Ridley Scott, miglior film fantastico degli anni ’80 ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche (1968) del prolifico Philiph K.Dick, a cui spesso il cinema ha attinto nel corso del tempo.
Due autori e dunque due pellicole per la serata di venerdì 1 aprile: alle 21.00 sarà proiettato il film La pazzia di re Giorgio (1995), deliziosa ed elegante opera prima del regista teatrale N.Hytner tratta dalla irriverente pièce omonima del commediografo inglese contemporaneo Alan Bennett.
A seguire, per la sezione vintage d’autore, gli amanti dello scrittore Raymond Chandler potranno rivedere sul grande schermo uno dei suoi lavori più riusciti anche al cinema: Il Grande sonno (1946) firmato da Howard Hawks.
La serata di sabato 2 aprile si apre con la proiezione di I fantasmi del cappellaio (1982), lungometraggio firmato Claude Chabrol tratto dall’omonimo romanzo di George Simenon, a cui spesso il cinema si è ispirato per confezionare film d’atmosfera noir.
In seconda serata sarà proiettato il film Il caso Venere privata (1970). E’ un’Italia noir quella descritta dallo scrittore di Kiev Giorgio Scerbanenco, qui riproposta in atmosfera francese dal regista Yves Boisset.
Ed infine, a chiudere la rassegna, domenica 3 aprile la serata è dedicata allo scrittore James G. Ballard, autore di Crash (1996), ‘primo romanzo pornografico basato sulla tecnologia’ da cui David Cronenberg ha tratto il film omonimo.