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Alphaville Cineclub presenta “Elio e le storie vere”, il cinema di E. Petri (1929-1982)

Creato il 30 gennaio 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Alphaville Cineclub presenta “Elio e le storie vere”, il cinema di E. Petri (1929-1982)

A trent’anni dalla scomparsa, Alphaville Cineclub dedica ad Elio Petri (1929-1982) la rassegna ‘Elio e le storie vere’, selezione di lungometraggi del regista, in programma dal 3 al 12 febbraio nella sua sede di Via del Pigneto 283 dalle ore 21.00.

Elio Petri, cinefilo sin da giovane e dunque appassionato frequentatore di cineclub, comincia ad occuparsi  di cinema e  riflessione politica  quando assume l’incarico di critico cinematografico per L’Unità; subito dopo inizia una fruttuosa attività di sceneggiatore ed aiuto regista a fianco di Giuseppe De Santis. Il soggetto di Roma ore 11 (1952) deriva da un’inchiesta giornalistica del futuro regista, convinto sostenitore del neorealismo nel periodo 1940 – 1960, poi transfuga verso un cinema meno integralista e più attento alle esigenze del pubblico. Sempre in veste di  sceneggiatore ha curato la scrittura di lavori popolari come L’impiegato (1959) di Gianni Puccini, ed I mostri (1963) di Dino Risi.

Il debutto di Elio Petri con il giallo psicologico L’assassino (1961, venerdì 3 febbraio) mostra un cineasta già padrone del mezzo espressivo, impegnato ma votato ad accettare le regole produttive, consapevole che si possa far trapelare messaggio ed ideologia anche attraverso qualsivoglia contenitore di genere, come nel caso di questa opera prima in cui il vero tema portante è l’alienazione dell’uomo contemporaneo: indagata attraverso l’uso del thriller anomalo per raccontare la storia dell’omicidio dell’amante di un antiquario e la relativa indagine poliziesca, ma in realtà la mediocrità umana e l’ambiente in cui si è costretti a vivere e ad adeguarsi. Sagace nella selezione dei soggetti, originale nella scelta del linguaggio, abile a dirigere gli attori, Petri si è rivelato autore maturo ed impegnato (anche del soggetto originale) con I giorni contati (1962, sabato 4 febbraio), seconda opera che bene innesta, sulla radice neorealistica, una problematica esistenziale e di indagine sociale con un linguaggio moderno, da nouvelle vague, alla ricerca di uno stile cinematografico personale all’interno di generi tradizionali. In linea con un cinema strumento di crescita civile, il regista esamina temi di grande attualità: l’ipocrisia e la violenza del potere, la contestazione giovanile, la mafia, la dissoluzione della classe politica. Capace di inventare una storia fantasy/western/commedia forse troppo anticipatrice rispetto ai gusti dell’epoca con La decima vittima (1965, sabato 4 febbraio alle 23.00), miscuglio affascinante di generi con strepitosi abiti swinging ed indimenticabile chioma bionda del Marcello nazionale, si riafferma con la requisitoria sociale in A ciascuno il suo (1967, domenica 5 febbraio), da L. Sciascia, iniziando il sodalizio con lo sceneggiatore U. Pirro. Il film dà inizio nella sua carriera ad un cinema di impegno civile con pellicole in grado di trovare punti di contatto tra qualità ed aspettativa del pubblico. Dopo Un tranquillo posto di campagna, su un tessuto psicanalitico legato all’arte ed al suo divenire (1968, giovedì 9 febbraio) con protagonista un convincente Franco Nero ed i quadri dell’artista Jim Dine, dirige Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970, premio Oscar come miglior film straniero nel 1971, venerdì 10 febbraio), interpretato da Gian Maria Volontè, come il successivo La classe operaia va in paradiso (1971, sabato 11), Palma d’oro a Cannes nel 1972: due modelli di cinema civile, sanguigno, incentrati sull’alienazione. Il primo film ruota attorno al rapporto problematico tra società, nevrosi e potere, temi puntualmente analizzati nella produzione del regista, che spesso utilizza le nevrosi come mezzo per venire in contatto con il carattere di un personaggio. Nel secondo film Petri accentua la sua tendenza al grottesco, spinto al limite, in Todo modo (1976, domenica 12 febbraio), ancora da Sciascia e ancora con Volonté, storia fantapolitica di colore giallo e di aspetto metafisico situata al tempo della D.C. e dotata di graffiante sagacia in cui gli attori, in particolare proprio Volontè, fanno davvero la differenza. Per la televisione Petri ha curato nel 1978 un adattamento da Le mani sporche di J.P. Sartre. Nel 1981 ha esordito in teatro con la regia di L’orologio americano, di A. Miller per lo Stabile di Genova.

A completare la selezione dedicata ad Elio Petri, mercoledì 8 febbraio alle ore 21.00 è prevista la proiezione del documentario Elio Petri, appunti su un autore (2005) di Federico Bacci, Nicola Guarneri, Stefano Leone,lavoro a sei mani per ricordare il ‘capoccione’, come Petri veniva apostrofato dagli amici del cinema, in un Paese che, forse perché ritenuto scomodo, lo ha dimenticato in fretta, nonostante i prestigiosi premi vinti e l’attenzione e la passione con cui ha tentato di analizzare il sistema italiano.

‘…Il suo cinema, formatosi nella Roma del dopoguerra, era il cinema della generazione che veniva dopo il neorealismo; conteneva al suo interno le caratteristiche di inchiesta sulla società, ma ne rappresentava anche il superamento, abbandonando l’aspetto dimesso e semplice, proprio del primo dopoguerra e diventando rappresentazione diretta della società con stili nuovi e più elaborati”. E’ proprio questo cambiamento unito alle tematiche di nevrosi, potere ed alienazione conseguenziali, secondo gli autori del documentario, a rendere l’opera di Elio Petri assolutamente unica nel panorama autoriale italiano.

A tal proposito Elio afferma: “…Negli anni andati c’erano ancora canoni da rispettare o trasgredire. Oggi non più. Il canone neo-realistico imponeva abiti espressivi penitenziali, la realtà andava ‘rispettata’, diventava essa stessa canone e io invece pensavo che essa fosse sempre da interpretare, poiché la realtà è simbolo e metafora e non va mai ripetuta piattamente, schematicamente…”

Al documentario faranno seguito letture di inediti d’autore e proiezioni ‘corsare’!

Alphaville Cineclub presenta “Elio e le storie vere”, il cinema di E. Petri (1929-1982)
Scritto da Luca Buccella il gen 30 2012. Registrato sotto EVENTI. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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