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L'alta fedeltà è musica o altro? Una domanda non banale se ti capita di imbatterti in un "audiofilo" puro e duro. Bella la risposta di Paolo Corciulo, direttore della parte hi-fi di SUONO, ad uno di questi sulla rubrica della posta.
“Caro Corciulo, non posso sapere quante mail negative tu possa aver ricevuto in merito all'ultimo numero di SUONO. Questa per favore uniscila a quelle completamente negative …se io vado all’edicola che parli di fazzoletti, è logico che al suo interno ci voglio trovare una serie di fazzoletti più o meno belli. Ma se io in quella rivista ci trovassi pagine intere di carburatori forse riterrei di aver buttato via i miei soldi. Tu non sei il principale produttore della più autorevole rivista hi-hi? Ed allora perché mi fai vedere i carburatori?”
Certo che il mondo è assai curioso! Pensate un po’: per tutta la vita mi ero “fatto persuaso” (come direbbe Montalbano) che un impianto hi-fi servisse a riprodurre la musica! Ora invece grazie al lettore scopro che la musica sta all’hi-fi come i fazzoletti stanno ai carburatori, cioè l’un con l’altra non c’azzeccano una… mazza! È una visione che non solo non li appartiene ma che, credo abbia contribuito all’oscurantismo che caratterizza i tempi moderni… La deriva dell’alta fedeltà può essere spiegata in queste poche parole: la ricerca feticistica di oggetti senza più scopo… un capolavoro come Nebraska del Boss non andrebbe nemmeno ascoltato visto che è stato registrato su un infimo 4 tracce del cavolo! (Paolo Corciulo)