Un brand in transizione da qualche stagione, sotto la supervisione di Alberto Terranova e per il momento un brand che naviga a vista dopo il 'divorzio' ufficiale dalla Maison a 48 ore dalla sfilata. Che dire di cio' che si e' visto in passerella? Un comunicato stampa che parla di colori della natura, di Monet. Bene. La realtà, una collezione 'schizofrenica, dalle molteplici personlità', con molti, tanti spunti tutti diversi tra loro, senza una forte coesione stilistica o tematica. Non sto criticando o mettendo in dubbio la bravura della sartoria Sarli che, giustamente, si è affacciata dal backstage a fine sfilata e si è presa, meritatamente applausi e standing ovation, ma a fronte di forti problemi interni avrei preferito che la sfilata fosse stata annulla, ma tanto di capello per la decisione di 'the show must go on'.
Couture con linee mood prèt-a-porter, abiti in puro stile architettonico Sarli e un abito da sposa che apre la sfilata; andando oltre questi elementi che non hanno legato tra loro, raffinatissimi e preziosissimi gli accessori, dalle scarpe alle borse, passando per i gioielli che richiamavano il motivo floreale. Speriamo che la Maison Sarli trovi un direttore creativo per la prossima stagione che possa non solo riprenderne le redini ma anche proiettarla con successo nel futuro. Qui a The Stylist Den facciamo il tifo per Sarli.