Nove brevi pensieri d’amore e d’abbandono
Ti carezzerò la pelle. Piano, lentamente e con dita leggere, toccherò ogni centimetro e tu, chiudendo gli occhi, sarai qualcosa di mio. Per un attimo o per la vita resterai tra le mie mani sapienti e il tempo starà immobile in attesa del bacio unico dell’amore. Ma, aspetta, non avere fretta, solo in ultimo le nostre labbra si uniranno e le anime respireranno del nostro respiro. Guarderò i tuoi capelli risplendere nel sole e saprò che nulla è più bello dell’averti vicino.Sei lontana. Il tuo sguardo non si specchia più nel mio. Stai sparendo a poco a poco in una sorta di nebbia sottile, che nasconde i contorni e lascia intravedere solo i ricordi. Immaginarti accanto a me diventa più difficile, ti scosti al mio passaggio ed eviti il mio corpo. Non è amore questo, è soltanto una pallida parodia di un tempo felice. Eppure ci sei. Sei qui e fai del silenzio un muro, un castello di parole non dette, non più. Ti aspetto muto…
Il calore del camino ti porta un alito ardente, ti scalda la pelle. Ascolti il crepitare della legna che brucia e osservi assorta il guizzare delle fiamme come una danza ipnotica. Sono rimasto discosto a guardarti, stupito della tua bellezza che traspare nella luce incerta della stanza, il tuo profilo dolce si mostra adesso in modo inusuale e muove in me pensieri di passione che attraversano veloci il mio animo e alterano il mio cuore. Non muoverti, resta lì solo per me.
Gridi e piangi. Non senti le mie misere parole, banali, stupide, balbettate a occhi bassi per non incontrare i tuoi. Mi avevi donato il tuo cuore e avevi riposto in esso tutta la dolcezza di cui eri capace ed io, ora, ho sciupato il nettare amoroso che traboccava dalle tue labbra accese d’amore. La mia colpa, per quanto negata, è di cercare altrove quelle emozioni che solo tu sai darmi e che, in fondo, volevo solo da te. Maledetta lussuria che insozzi i miei desideri!
Emozionarti con un fiore mi è fin troppo facile. Sei così fragile che ho paura di toccarti, mi fa tremare il solo guardarti le tenere efelidi sparse sul viso e la bocca, poi, mi fa morire. Labbra sottili, delicate, disegnate per l’amore, per i baci che non mi stanco mai di darti e per il buio nel quale ci tuffiamo insieme. Rimango accanto a te nel sonno lieve di una notte d’estate, i corpi esposti ai sogni e i respiri sussurrati al vento mentre la luna, nostra silenziosa guardiana, appare in cielo.
Sono stanca dei tuoi monosillabi che mi rendono trasparente quasi tu non mi vedessi più. Sono stanca del sollievo con cui accogli una domenica di pioggia per non dover uscire con me e mi fa rabbia la gioia con cui preferisci una trasmissione sportiva alla mia compagnia. Non eri così, non era così che ti immaginavo nei miei sogni. Sto svanendo dai tuoi pensieri come un fantasma incorporeo ed evanescente, residuo putrido di un amore esausto. Sono stanca.
La corsa sotto la pioggia. Ci aveva sorpreso uno scroscio improvviso, inconsueto, inevitabile. Ridevi tutta bagnata, i capelli incollati al viso di bambina felice. Io ti seguivo pensando ai miei pantaloni nuovi, alle scarpe fradice che atterravano nelle pozze alzando schizzi d’acqua. E’ questa la nostra differenza, tu ami le percezioni selvagge ed io invece la comodità di un amore sicuro, tranquillo, forse noioso. Hai saputo donarmi sensazioni disordinate e l’emozione di un battito d’ala.
Ti ho sognata, è strano vero? Tu sei qui accanto a me, condividi il nostro letto, eppure è come se tu fossi lontana, forse addirittura in un’altra città, sei distante dal calore che sapevi donarmi, staccata dal mio mondo e dal mio corpo che non accogli più come qualcosa di tuo. Ti ho sognata ed eri come ti desideravo, ma il sogno è una dimensione effimera e quando ti risvegli e ricordi, il sapore che rimane in bocca è quasi amaro. Mi sei venuta in sogno e io ho paura di averti già perduta.
Lo specchio della mia mente ti riflette serena, anche dopo anni di vita insieme non ho perso di te neppure un particolare. Ti ho vista ragazza, donna, moglie e madre. Ti ho avuta accanto ed ora sento che sei ancora l’armonia del mio essere, una musica di sottofondo lieve e discreta, un’ombra sulla parete della mia anima e ormai una parte di me che non potrei recidere mai più. Siamo stati felici e tutto si è compiuto nell’infinito di un attimo.