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Tra il nono e l’undicesimo secolo gli europei erano molto
più alti di chi visse nel periodo della rivoluzione industriale, e in
tutti gli altri precedenti il Ventesimo secolo. È ciò che emerge da uno studio diretto
da Richard Steckel dell’Ohio State University: lo scienziato ha condotto
un'analisi su una trentina di studi effettuati nei decenni su migliaia di
reperti scheletrici, appartenuti a individui vissuti in passato nella penisola
scandinava, in Islanda, in Gran Bretagna e Danimarca. Ha visto che nel
Medioevo, periodo storico ritenuto tra i più “bui” perché privo delle
condizioni ideali per vivere, si stava in realtà molto meglio rispetto, per
esempio, alla fase rinascimentale e ai secoli successivi dell’Illuminismo e
dell’avvento delle prime macchine tecnologiche. Secondo l’esperto l’altezza media
degli uomini del Medioevo fu inferiore solo a quella della nostra epoca.
Perché l'uomo, alto nel Medioevo, è diventato più piccolo, per
ricrescere, infine, nel Ventesimo secolo? Steckel ritiene che furono
principalmente due le cause del fenomeno: la “Peg”, ovvero la piccola età glaciale, e
la diffusione della peste. Afferma che dalla metà del
Quattrocento alla metà dell’Ottocento circa l’Europa fu contraddistinta da un
repentino abbassamento delle temperature medie, che inevitabilmente influenzò i
raccolti, compromettendo di conseguenza l’alimentazione e la crescita in
altezza degli uomini (è noto infatti che oggi si diventa sempre più alti
principalmente perché si gode di una buona alimentazione). Allo stesso modo
negli anni successivi al Medioevo, con la diffusione dei commerci su larga
scala, si ebbero varie epidemie di peste che decimarono la popolazione e che
ancora una volta privarono gli uomini del cibo, compromettendo il loro sviluppo.
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