“Vai a fare sport che cresci”. Vero, verissimo. Ancora più vero se lo sport in questione è il rugby, come ci dice questo articolo di Massimo Calandri per Repubblica.it
Il rugby è una metamorfosi ambulante. Negli ultimi anni nessun altro sport è stato in grado di cambiare così rapidamente le proprie regole in nome dello spettacolo e del divertimento. Il rugby evolve come i suoi giocatori, che ogni anno sono più alti e più grossi. Rispetto a vent’anni fa è una disciplina completamente diversa. Più veloce, fisica: per superuomini. Lo confermano i numeri e non solo le sensazioni. I giocatori sono cresciuti in media di un centimetro almeno, e pesano quasi sette chili di più a testa. Le ruck, i raggruppamenti con l’ovale a terra, sono raddoppiati: erano 62,4 per ogni incontro del Sei Nazioni nel 1988, sono diventati 134,2 nel 2002. Nel match di esordio di questa edizione (Francia-Italia a Parigi) sono stati 142.
Tre-quarti più alti e pesanti. Il British Journal of Sports ha appena pubblicato uno studio dell’équipe del professor Jean-François Toussaint, dell’Istituto parigino di Ricerca biomedica e epidemiologica dello sport. L’obiettivo era analizzare le caratteristiche fisiche di tutti i giocatori che hanno partecipato a sei edizioni della Coppa del Mondo di rugby (dal 1987 al 2007, esclusa quindi l’ultima rassegna iridata): sono stati osservati 2.692 atleti, 1.457 uomini della mischia e 1.235 tre-quarti. La taglia degli avanti è cresciuta di 0,61 centimetri in altezza, quella delle linee arretrate di 1,09 centimetri. Il peso è aumentato di 6,63 chili per i bestioni della mischia e di 6,68 per la cosiddetta ”cavalleria”.