Ad Amendolara, con la Festa di San Vincenzo, il fuoco brucia la cattiva stagione. Ad Alessandria del Carretto si celebra il rito della fecondità conquistato dall’uomo con fatica. A Cerchiara si festeggia la Madonna delle Armi nel magnifico Santuario dal panorama mozzafiato. E Oriolo si trasforma in un presepe che celebra due Santi: San Francesco di Paola e San Giorgio. Tutto questo concentrato nell’ultimo week end di aprile.
Ma, dopo le feste di tradizione, arriva l’estate nell’Alto Jonio Cosentino, in Calabria. Dall’alba sul mare ai tramonti sulle montagne si possono vivere emozioni uniche per tutti i gusti e tutte le età.
Il Gal Alto Jonio Federico II propone una vacanza a tutto tondo alla scoperta di castelli, sentieri di montagna, spiagge e buona tavola. Il tour è stato testato con successo da un gruppo di giornalisti nazionali ospiti del Primo educational, organizzato dal Gal in collaborazione con la rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge (www.mediterraneantourism.it) diretta da Carmen Mancarella. Utilizzati i Fondi europei delle misure 313 azione 2 Sostegno al sistema turistico rurale dell’Alto Jonio Cosentino e 421 Cooperazione transnazionale.
“Lo scopo del Gal è di migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e sostenere il sistema turistico attraverso la promozione del territorio”, spiega il direttore Franco D’Urso.
Si può scegliere di soggiornare negli agriturismi vista mare, godendo della quiete della campagna, ma stando ad appena cinque minuti dalle spiagge, raggiungibili anche a piedi: Torre di Albidona (www.torredialbidona.it), uno dei primi agriturismi italiani fondati dall’avvocato Chidichimo, Ulisse e Calipso di Anna Acciardi (www.ulissecalipsoagriturismo.it), Cielo Greco (www.masseria-cielogreco.com) dove Rossana e Teofilo vi accoglieranno come loro amici e Vincenzo La Canna comodo e accogliente (www.masseriavincenzolacanna.it).
Impedibile la buona tavola nell’agriturismo I Gelsi (www.agriturismoigelsi.eu), dove la padrona di casa, Lucia, vi colpirà con la carrellata di antipasti a base di verdure dell’orto tra il profumo di limoni. Cervinace (www.agriturismocalabriacervinace.it) vi conquisterà con i suoi prodotti a chilometro zero dalla carne alle verdure fino alla pasta fatta in casa.
Sosta golosa poi nella Trattoria dei Poeti di Silvana Faraldi a Rocca Imperiale e al Castello di Roseto Capo Spulico, che vi farà degustare pesce appena pescato nel mar Jonio. E per un caffè doc sosta obbligata nel mitico Caffè Centosei a Rocca Imperiale.
Nell’agriturismo Le Murge di Santa Caterina è di casa l’amaro Ulivar, un’antica ricetta della nonna, promossa e commercializzata con successo dal nipote Luigi Adinolfi, che sta rilanciando anche la mela Agostina, tipica della zona di Oriolo, con cui propone gustose marmellate. L’amaro Ulivar viene oggi apprezzato anche sui mercati europei e americani.
ROCCA IMPERIALE, LA CITTA’ DELLA POESIA E DEI LIMONI. La prima tappa è Rocca Imperiale. Dominata dal castello costruito nel 1225 da Federico II, Rocca è un delizioso paesino in collina intorno all’antico maniero. Si può passeggiare per le viuzze, tra panni stesi al sole e anziani che guardano lo scorrere del tempo.
Spiega il sindaco Giuseppe Ragu: “ I nostri fiori all’occhiello sono il castello federiciano, che ha conservato intatto tutto il suo fascino, ma anche il borgo medieovale con il suo romantico centro storico. Rocca è poi la città della Poesia e dei Limoni. A fine agosto si svolge un importante premio letterario, organizzato dall’editore Aletti di Roma, che vede la partecipazione di tantissimi poeti. La nostra città è poi circondata dai limoneti ed aziende di eccellenza esportano i limoni igp in tutta Italia e in Europa”.
I limoni crescono a valle “respirando” aria di mare, protetti dalle montagne. Vengono esportati in tutta Italia e nel mondo da imprenditori capaci, che hanno creato le loro aziende dal nulla come Imperial Frutta, l’azienda agricola Fortunato Ruggero e L’oro della Calabria di Daniele Gallotta. Cinquanta aziende hanno costituito il Consorzio per la tutela e la valorizzazione del limone igp di Rocca Imperiale, presieduto dall’agronoma Marianna Latricchia.
TREBISACCE, UN PRESEPE SUL MARE, BANDIERA BLU. Dal belvedere di Trebisacce si gode di un panorama mozzafiato: il paese sembra un presepe sul mare, impreziosito dalla chiesa di San Nicola di Mira, dove l’Oriente incontra l’Occidente. Non smettono mai di stupire i fregi e i documenti che riguardano questa importante chiesa, al cui studio si dedica con competenza e passione il professore Piero De Vita.
Anche quest’anno, Trebisacce si è confermata Bandiera Blu, l’importante riconoscimento che il Fondo sociale europeo per lo sviluppo e per l’ambiente riconosce a quelle località che non solo hanno un mare pulito, ma anche servizi di eccellenza.
Dice il sindaco Franco Mundo: “Trebisacce è la città più bella del mondo. In pochi chilometri quadrati si concentrano mare, montagna e un bellissimo borgo medioevale. Il suo clima è mite in tutte le stagioni”.
“Agricolutura e turismo sono i settori nei quali la Regione intende investire maggiormente”, spiega il consigliere regionale Giuseppe Aieta, presidente della Commissione bilancio. “Un capitolo di spesa è stato riservato a quei Comuni che hanno ottenuto la bandiera blu perché possano rendere le loro marine ancora più belle e attraenti”.
Ma guai a lasciare Trebisacce senza degustare le famose marmellate di Solefrutta, un’azienda inventata da Maurizio Pizzini, che, partito con il sostegno del Gal per valorizzare l’arancia bionda tardiva di Trebisacce produce oggi marmellate con tutti i frutti Igp della Calabria, molto apprezzati sulle tavole europee.
FRANCAVILLA MARITTIMA E IL MITO DI EPEO – Per gli amanti dell’Archeologia, ecco poi il sito di Francavilla Marittima, dove si leggono i resti dell’imponente tempio alla dea Atena e dove si suppone ci sia la tomba di Epeo, uno degli eroi greci, che come Ulisse tornava in Patria da Troia, ma approdò sulle coste della Calabria e decise di fermarsi fondando la città di Lagaria. Epeo è stato il costruttore del cavallo di Troia. E in una tomba monumentale e tumulo sono stati ritrovati gli attrezzi da falegname: tutti elementi che riconducono a lui. Per le visite guidate nel parco e nei beni monumentali e archeologici c’è l’Associazione Itineraria Bruttii, presieduta da Paolo Gallo, che ha sottoscritto anche un accordo di rete con altre associazioni per valorizzare i beni culturali della Calabria, della Puglia e della Basilicata (www.itinerariabruttii.it tel. 328 37 15 348).
Spiega il sindaco di Francavilla Marittima, Leonardo Valente: “Il parco archeologico è il nostro fiore all’occhiello. Per questo stiamo facendo di tutto per valorizzarlo e renderlo fruibile”:
Le visite guidate sono state affidate all’Associazione Itineraria Bruttii, che, presieduta dal professore Paolo Gallo, ha sottoscritto anche un accordo di rete con altre associazioni per valorizzare i beni archeologici di Calabria, Puglia e Basilicata.
E durante la conferenza stampa arriva un annuncio importante: sarà costruito il Cavallo di Troia a grandezza naturale da un falegname del luogo per ricordare il mito di Epeo e legare ancora di più il parco archeologico a questa importante figura. Spiega il professore Paolo Gallo: “All’interno del parco ci saranno percorsi guidati per le scuole con la possibilità anche di organizzare campagne di scavo naturalmente simulate per gli studenti e laboratori della ceramica”.
Salire fin sull’Acropoli per vedere le rovine del tempio della Dea Atena è un’esperienza da vivere. La sommità della collina, l’antica Acropoli, ha conservato intatta tutta la sua magnetica bellezza.
TAPPA GOLOSA A CERCHIARA PER IL PANE DELLE DONNE. A questo punto del viaggio è d’obbligo una tappa golosa a Cerchiara, per scoprire il pane dop, nei forni del paese, gestiti interamente da donne. Ma Cerchiara è anche famosa per il Santuario della Madonna delle Armi, che viene festeggiata da migliaia di pellegrini il 25 aprile di ogni anno. Il Santuario offre una vista mozzafiato tra mare e montagna, ma è importante anche perché custodisce affreschi di origine bizantina, realizzati dai monaci in fuga dall’Oriente per le lotte iconoclaste. Recenti restauri hanno rivelato nuovi affreschi ancora più antichi di quelli che si conoscevano fino ad oggi.
IL 26 APRILE TUTTI AD ALESSANDRIA DEL CARRETTO. Si rinnova l’ultima domenica di aprile la Festa della Pita (o dell’abete), candidata a divenire patrimonio dell’Umanità Unesco. Gli abitanti del paesino di Alessandria del Carretto, mille metri di altitudine, espiantano un abete e con grande fatica lo portano in paese dopo averlo ripulito dalla corteccia. E’ il simbolo della vita che rinasce e che si rinnova, il rito della fecondità. Il tronco dell’albero infatti viene sistemato in paese e in cima viene posta la chioma, ricavata dallo stesso abete. Così il tronco rappresenta lo sposo e la chioma la sposa. Siamo nel cuore del Parco nazionale del Pollino e Alessandria del Carretto è il paesino sul livello del mare più alto.
Mentre si fa scendere l’abete in paese si fa tappa nelle masserie, che offrono vino e prodotti tipici.
ROSETO CAPO SPULICO. E ora entriamo in un castello templare a Roseto Capo Spulico, di proprietà della famiglia Cosentino. E a farci da guida è Stefania Cosentino.
Costruito su una rocca a picco sul mare, il castello ha una storia molto intrigante: tutto lascia pensare che veniva frequentato dai Templari prima che partissero in Terra Santa.
C’è la cappella dove i cavalieri trascorrevano lunghe notti di meditazione e di preghiera, le due porte iniziatiche per i riti e persino la Rosa di Gerusalemme, riprodotta in pietra sul pavimento, discretamente nascosta da un tappeto. Una pietra ovale potrebbe custodire il Santo Graal… Intorno al castello i templari riprodussero la piana di Gerusalemme con Monte Giordano.
Dice il sindaco Rossana Mazzia: “Tra le spiagge e la collina Roseto ha tutte le carte in regola per diventare sempre di più meta di turismo balneare e culturale. Non abbiamo infatti solo un mare splendido, limpido e trasparente, ma anche un bellissimo borgo medioevale con tanti beni culturali e storici e piccole curiosità tutte da scoprire”.
I PRODOTTI DECO – Roseto è anche un’imperdibile sosta golosa: c’è la maggiore concentrazione di prodotti deco (denominazione comunale di origine) in tutto l’Alto Jonio: l’olio extravergine di oliva, alimento base nella Dieta Mediterranea, prodotto con la varietà dell’oliva Nostrana, le ciliegie, di cui si producono circa mille quintali delle varietà Ferrovia, Lapis, Bigarreau…, i salumi come il Filettuccio, dal gusto delicato e un odore intenso, tipico degli insaccati stagionali e una colorazione con sfumature di rosso, la soppressata, un insaccato il cui nome deriva dal verbo soppressare: stringere con soppressa, azione compiuta mentre il salume è in fase di essiccazione, la salsiccia, dal gusto particolarmente inteso e una colorazione rossa. Se i salumi venivano preparati a febbraio, quando le famiglie uccidevano il maiale, la pitta liscia, il prodotto deco più famoso, era pane di tutti i giorni. E’ una ciambella morbida e veniva considerata quasi un pane di scarto perché le massaie utilizzavano quell’impasto per provare il forno: per capire se era arrivato alla giusta temperatura. La pitta liscia è vuota all’interno, pronta per essere farcita con verdure o meglio ancora la buona ricotta.
Dopo la sosta golosa il giro per Roseto continua nel borgo medieovale: ecco il museo etnografico, pazientemente costruito negli anni dall’appassionato fondatore, Leonardo Salamone (per visite guidate tel. 0981 91 30 85; cell. 340 64 76 151). E tra le viuzze del paese spunta la strettarella dell’amore. E’ una via così stretta, che secondo una leggenda, i fidanzati che riescono ad attraversarla fianco a fianco, trascorreranno il resto della loro vita per sempre insieme, felici e contenti.
Per visite guidate ci sono i giovani della Virtual Community di Roseto www.rosetocaposcpulico.info;