Solo che io vorrei un deodorante che non mi evitasse di puzzare come un pezzo di pecorino dimenticato sul balcone a ferragosto (beh, se avesse anche questo effetto non me ne lamenterei), ma un deodorante che mi tenesse lontani i cafoni. Avete presente la figata? Lo metterei al mattino e tutti i cafoni mi starebbero distanti fino a sera.
Sicuramente non tornerei a casa isterica come invece mi capita fin troppo spesso.
Ma chi sono i cafoni che non sopporto? Beh, vi consiglio di mettervi seduti e di reggervi forte, perché i cafoni di cui il mondo mi sembra sovrappopolato e che secondo me starebbero bene messi al muro o a spalare sale in una miniera sono tanti.
Mi limiterò, per necessità di sintesi, a quelli che ho incontrato questa settimana.
1. Quelli che si credono una sede staccata dell'Accademia della Crusca, i paladini dell'Italiano, gli strenui difensori della grammatica, quelli che quando guardano il tiggì non ascoltano le notizie perché sono troppo impegnati a cogliere (e criticare con un sorrisino beffardo da schiaffi) gli strafalcioni dei giornalisti.
Sapete perché non sopporto questi cafoni? Perché chiaramente sono gli unici, soli ed indiscussi depositari del sapere lessicale e deridono i comuni mortali che parlano come mangiano.
Ma qualcuno, a questa gente, glielo dovrebbe dire, che parliamo una lingua viva, mica sanscrito. In quanto lingua viva, la nostra, è soggetta a mutazioni. Essendo la nostra una delle lingue con più modi per dire la stessa cosa, è poi naturale che ciascuno abbia il proprio stile.
Un'altra cosa che qualcuno dovrebbe dire a questi signori è a) che parlare con loro è piacevole quanto sedersi in asse su di un pigna, impegnati come sono a scovare le nostre imperfezioni e b) che il tiggì va ascoltato nei suoi contenuti, perché i giornalisti non sono cattedratici, ma persone normali che ci raccontano cosa accade nel mondo!
2. Quelli che pensano che le donne siano tutte facili: vi piacerebbe, eh?
Quelli che pensano che le donne non possano che trovarli irresistibili e cadere ai loro piedi, quelli che pensano che le ragazze che dicono di no in realtà vorrebbero dire "sììì" ma se la tirano o vogliono essere (insistentemente) corteggiate.
Quelli che pensano che una ragazza dica di no solo perchè non vuole essere considerata una facile, ma alla quarta (o anche millesima, se necessario) volta in cui verrà assediata con l'artiglieria pesante cederà, perché era questo che voleva fare fin dall'inizio.
A questi vorrei far presente che le ragazze a volte ci stanno e a volte no, punto. Non è una questione di quanto uno sia disposto ad insistere, non è che se una dice di no è perché non vuole essere considerata facile. Una dice di no e basta. Con tutta probabilità sarà "no" fino al giorno del giudizio.
Occorre farsene una ragione, a volte.
3. Quelli che sono così totalmente privi di qualità per i quali l'unico modo per emergere consiste nel mortificare gli altri. Quelli che non perdono occasione per mettere in evidenza i tuoi difetti (veri o presunti), magari in pubblico, con un sorrisino da spegnerci una sigaretta sopra.
Quelli che quando si comportano così e vedono la rabbia che ti monta dentro, sotto sotto ci godono, perchè è segno, secondo loro, non del fatto che stanno rischiando la vita, ma che hanno colpito nel segno.
Volete che vi faccia vedere io, come colpisco nel segno la vostra fronte con un oggetto pesante?
A questa macrocategoria appartiene il sottoinsieme di quelli che sanno fare bene una cosa nella vita, una sola, e non perdono occasione per far notare che la sanno fare e voi no. Che sia l'uncinetto, che sia una conoscenza della storia o della geografia che sconfina nella psicosi, qualsiasi sia l'argomento toccato dalla conversazione se ne escono con domande del tipo "ma tu sai qual è la capitale dell'Azerbaijan?". No che non so che [@##° è la capita dell'Azerbaijan (con tutto il rispetto per gli abitanti di quel posto sicuramente spettacolare), ma sono venuta su bene per trent'anni anche senza saperlo! Ed è inutile che fai quella faccetta buffa e che sorridi in pubblico solo perché sai che sono una capra in geografia e che mi avresti colta in fallo! Della serie: ti piace vincere facile?
4. Quelli che hanno sempre ragione e che anche quando hanno torto hanno ragione. Ancor peggiori sono quelli che hanno torto, rubano la tua ragione e poi la fanno passare per propria.
- Senti, per questo problema non c'è soluzione.5. Ciliegina sulla torta, quelli (o meglio quellE) che non hanno mai tempo di far nulla e che lodano te e le tue grandi fortune (alias il tuo tempo libero).
- Beh, veramente potremmo far così...
- E io che ho detto?
- Che non c'era soluzione!
- Ho detto che non c'era "altra" soluzione.
- Porca vacca no!
- Beh, l'importante è che abbiamo trovato la soluzione.
- Non "l'abbiamo" trovata! L'ho trovata io!
Quelle che dicono che sei fortunata, perché tu riesci a leggere, scrivere, lavorare, tenere una casa decentemente, stirare, lavare, fare la spesa, fare volontariato, andare in palestra. Loro ti ammirano e ti stimano, perché loro sono oppresse dal lavoro, dalle responsabilità e dai ritmi frenetici che questa ingiusta società capitalista ci impone.
In questo modo, anziché.
Ma che se ne andassero...
Non penso proprio di essere Wonderwoman e a colazione non mangio pane e gazzella: sono una ragazza normale che ritiene che lavorare e basta sia buttare via una vita. Se devo spaccarmi la schiena, voglio farlo "anche" per qualcosa che mi dia soddisfazione e mi diverta.
Evidentemente loro si divertono e si gratificano ad essere oppresse e stressate.
Che ne dite, ce n'è abbastanza per questa puntata?
La Redazione
Spero vivamente che nessuno di voi si senta chiamato in causa da questo sfogo. Ho parlato di persone che ho incontrato durante quest'ultima settimana e non di chi conosco personalmente (tantomeno di amici: mai potrei avere amici in suddette categorie!).