Altolà dignità!

Da Abattoir

È ormai uso e costume della televisione italiana dipingere la donna come una povera inferma, piagata da ogni tipo di disturbo fisico e/o psicologico. Si tratta di un piano diabolico, supportato dall’angosciante frequenza con cui gli spot che inneggiano alla donna infetta vengono trasmessi e, soprattutto, dalla scelta dell’orario della messa in onda : rigorosamente ore pasti.
A tutti sarà sicuramente capitato che, nell’esatto momento in cui state per introdurre il cibo in bocca, una voce festante urli: ”In quei giorni hai paura di macchiarti?”. E a seguire le risposte di ragazze che vivono con la psicosi di macchiarsi di sangue mestruale davanti a tutti. “A me non è mai successo, ma solo il pensiero…” oppure “Io un’occhiata dietro la butto sempre”.
E questa è solo una delle tante pubblicità in cui la donna, per secoli musa dei più grandi poeti, celebrata e venerata al pari degli angeli, viene trasformata in uno stupido involucro il cui unico problema è fare la gara con la vicina per chi ha il bucato più bianco.
Tra i tanti spot che demoliscono un’immagine femminile, già di per sé precaria oggigiorno, la fanno da padrone senza ombra di dubbio quelli degli assorbenti. Ingegnosi e  raccapriccianti al tempo stesso. Le donnine protagoniste sono in genere ragazze che saltellano in giro per la casa, o per la città, che fanno la ruota ai provini, che prendono l’autobus al volo, che si scosciano, dormono in lenzuola rigorosamente di seta bianca e tutto ciò per dimostrare che le ali spianate degli assorbenti, coadiuvate dagli speciali fori ad imbuto e le barriere protettive che aiutano a proteggere dalle fuoriuscite e a bloccare il flusso all’interno (flusso rappresentato da un liquido blu con vita propria), funzionano alla perfezione. Così le psicopatiche che vivono in funzione di quei mediamente 5 giorni di ciclo possono sentirsi realizzate.

Ma non c’è perdita o ciclo mestruale senza uso di un corretto detergente intimo.
La telepromozione (per citare il defunto Mike Bongiorno) più affascinante è quella organizzata a mo’ di statistica: “15 donne su 100 ieri sera hanno fatto l’amore. 53 donne su 100 hanno letto sms del partner. 72 donne su 100 hanno riciclato un regalo…69 donne su 100 hanno praticato sesso orale con il loro capo…ecc.”. Dove prendano questi dati non lo sapremo mai.
Non sottovalutiamo però anche la donnina in verde che ama la freschezza e si passa un cubetto di ghiaccio sul collo prima di correre nel bagno (en pendant con la sua biancheria) per farsi un bel bidè mattutino. Poi, con un berlusconiano sorriso a trentadue denti e dopo aver schizzato acqua dappertutto, ci comunica che nel suo intimo c’è Chilly. Contenta lei… Ahimé, qualunque donna abbia mai usato Chilly al mentolo ne conosce bene gli effetti nefasti. E c’è davvero poco da ridere.

Sempre rigorosamente durante il pranzo o la cena, il film o il tuo telefilm preferito saranno interrotti da spot in cui vengono portati all’attenzione di tutti altri problemi delle donne. Uno dei più interessanti è quello in cui due donne entrano in ascensore e una confida all’altra che per colpa delle perdite di urina aveva sempre avuto la fobia di stare in luoghi chiusi con altra gente. Ma finalmente Lines Perla, con lo speciale sistema brevettato Naturactiv, le ha risolto il problema. Mi suona strano che una donna di 30/40 anni(a meno che non abbia seri problemi all’apparato urinario) possa avere problemi di incontinenza. Però è confortante sapere che le mie perdite di urina un giorno non mi impediranno di prendere l’autobus…o l’ascensore!

A far apparire la donna come un covo di batteri e infezioni, c’è anche la mia amata pubblicità del Tantum Rosa, un inno al bruciore e al prurito intimo. Vulve in fiamme non temete, c’è anche la versione spray da tenere in borsa. Non stupitevi dunque, oh uomini, di vedere le vostre colleghe d’ufficio armeggiare sotto la scrivania.
Tuttavia, non finisce qui. Il boicottaggio dell’immagine femminile prevede anche altro.
Mestruazioni da panico, perdite di urina, pruriti e vaginiti si uniscono ad ulteriori disturbi, come la stitichezza, il conseguente gonfiore addominale o la flatulenza. Ed ecco che si moltiplicano gli spot che ci propinano soluzioni a base di presunti batteri “actiregularis” e supposte effervescenti.

Alla luce di ciò, la donna comune viene mostrata come un androide pieno di maniacali fobie, una SuperVicky con innumerevoli difetti di fabbrica, che può ispirare nell’uomo medio ribrezzo e terrore. Come nel Medioevo. Immaginare una Belen che si gratta le pubenda e che al mattino si sveglia con una macchia sul pantaloncino del pigiama non fa proprio bene alla sessualità del maschio.

Sarà per questo che Luca era gay, poi stava con lei e ora è di nuovo gay?

Un ringraziamento particolare va’ ai consigli per gli acquisti.
Se non ci fossero, io forse ora non saprei che la cellulite è una malattia
che si può curare SOLO con Somatoline.


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