Prepariamoci, la curiale mediocrità del duo Letta-Alfano sta per farci un altro scherzo da prete: aboliranno l’IMU per sostituirla con una … imposta immobiliare!
Come altro chiamare la “Service Tax” anticipata sul Corriere da Francesco Boccia, presidente lettiano della Commissione Bilancio alla Camera? Secondo le parole del chierichetto delle larghe intese, la nuova gabella sommerà il gettito di IMU e Tarsu in un’unica imposta che applicherà, al valore degli immobili posseduti, coefficienti di costo per la raccolta dei rifiuti, la loro differenziazione, l’illuminazione stradale, la polizia municipale, la manutenzione delle strade, il trasporto pubblico locale e fors’anche, aggiungo io, la disinfestazione delle zanzare. In pratica, non si pagherà più la sola colpevole proprietà della casa, ma anche tutto ciò che accade nel quartiere. Con buona pace di chi, a parole, si dice contrario alla patrimoniale e nei fatti dimentica che la prima casa è un bene improduttivo per natura, e che tassarla – oltre che immorale – è ingiusto sotto il profilo fiscale: la casa si compra investendo la somma dei risparmi, che sono ciò che di anno in anno rimane di quel che si guadagna e su cui già si pagano le tasse; chiedere dei soldi sulla proprietà significa quindi far pagare imposte su redditi già assoggettati a tassazione in anni precedenti in barba a tutti i precetti liberali.Ma, accetto scommesse, agli abatini estivi del PDL in preda a celodurismo declaratorio (“se non si abolisce l’IMU…”) l’ASL di Arcore somministrerà presto degli impacchi al bromuro per ricondurre il priapismo verbale ad innocua castità, e si faranno andar bene pure questo.A nessuno, ovviamente, passa per la testa che all’abolizione di un’imposta dovrebbe corrispondere sempre e solo un taglio alla spesa pubblica di pari importo, per sgravare i conti dello Stato e rendere un po’ di giustizia al contribuente.D’altronde, la presa in giro fiscale sembra essere il marchio di fabbrica della sacrestia di Nipote Enrico e Delfino Angelino (si, proprio lui, lo spauracchio delle bimbe kazake): vi ricordate come hanno sostituito il rinvio (e non la cancellazione) dell’aumento IVA? Aumentando gli acconti di imposta (colpo di genio in un anno in cui i redditi diminuiscono) e tassando chi cerca di smettere di fumare con la sigaretta elettronica. O come hanno finanziato gli altri inutili provvedimenti? Mettendo nuove accise sui carburanti (questa si che é nuova) e ampliando la platea di imprese che dovranno pagare l’addizionale IRES.Nel frattempo, per distrarci, i frati priori dell’Ordine Merkeliano fingono di tenere aperto il Monastero Chigi annunciando una salvifica norma contro il femminicidio, dopo aver varato ben 2 leggi in 3 settimane che rimettono in libertà stupratori, sfruttatori e stalker.Agli italiani che, pur consci di essere presi in giro, continuano ad ingrassare il sinistro Convento con il loro voto, siamo noi a chiedere: “Quo usque tandem?…”
Prepariamoci, la curiale mediocrità del duo Letta-Alfano sta per farci un altro scherzo da prete: aboliranno l’IMU per sostituirla con una … imposta immobiliare!
Come altro chiamare la “Service Tax” anticipata sul Corriere da Francesco Boccia, presidente lettiano della Commissione Bilancio alla Camera? Secondo le parole del chierichetto delle larghe intese, la nuova gabella sommerà il gettito di IMU e Tarsu in un’unica imposta che applicherà, al valore degli immobili posseduti, coefficienti di costo per la raccolta dei rifiuti, la loro differenziazione, l’illuminazione stradale, la polizia municipale, la manutenzione delle strade, il trasporto pubblico locale e fors’anche, aggiungo io, la disinfestazione delle zanzare. In pratica, non si pagherà più la sola colpevole proprietà della casa, ma anche tutto ciò che accade nel quartiere.
Con buona pace di chi, a parole, si dice contrario alla patrimoniale e nei fatti dimentica che la prima casa è un bene improduttivo per natura, e che tassarla – oltre che immorale – è ingiusto sotto il profilo fiscale: la casa si compra investendo la somma dei risparmi, che sono ciò che di anno in anno rimane di quel che si guadagna e su cui già si pagano le tasse; chiedere dei soldi sulla proprietà significa quindi far pagare imposte su redditi già assoggettati a tassazione in anni precedenti in barba a tutti i precetti liberali.Ma, accetto scommesse, agli abatini estivi del PDL in preda a celodurismo declaratorio (“se non si abolisce l’IMU…”) l’ASL di Arcore somministrerà presto degli impacchi al bromuro per ricondurre il priapismo verbale ad innocua castità, e si faranno andar bene pure questo.
A nessuno, ovviamente, passa per la testa che all’abolizione di un’imposta dovrebbe corrispondere sempre e solo un taglio alla spesa pubblica di pari importo, per sgravare i conti dello Stato e rendere un po’ di giustizia al contribuente.
D’altronde, la presa in giro fiscale sembra essere il marchio di fabbrica della sacrestia di Nipote Enrico e Delfino Angelino (si, proprio lui, lo spauracchio delle bimbe kazake): vi ricordate come hanno sostituito il rinvio (e non la cancellazione) dell’aumento IVA? Aumentando gli acconti di imposta (colpo di genio in un anno in cui i redditi diminuiscono) e tassando chi cerca di smettere di fumare con la sigaretta elettronica. O come hanno finanziato gli altri inutili provvedimenti? Mettendo nuove accise sui carburanti (questa si che é nuova) e ampliando la platea di imprese che dovranno pagare l’addizionale IRES.
Nel frattempo, per distrarci, i frati priori dell’Ordine Merkeliano fingono di tenere aperto il Monastero Chigi annunciando una salvifica norma contro il femminicidio, dopo aver varato ben 2 leggi in 3 settimane che rimettono in libertà stupratori, sfruttatori e stalker.
Agli italiani che, pur consci di essere presi in giro, continuano ad ingrassare il sinistro Convento con il loro voto, siamo noi a chiedere: “Quo usque tandem?…”
Massimo Corsaro (deputato Fratelli d’Italia)
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