la tecnica è sempre quella che utilizzano da più di cento anni. rubare agli anarchici, alla sinistra rivoluzionaria: rubare simboli, persone, slogan, creatività.
poi leggi di nazionalismo e della destra rivoluzionaria e capisci che sono i soliti fasci del terzo millennio convinti stupidamente che il futurismo sia roba loro; avevamo parlato di questo tempo fa qui
i ‘nuovi’ fasci hanno lanciato una rivista, che non vi linko ma che si chiama l’intellettuale dissidente. scrivono questo nel loro editoriale (guardate che giochi di parole da fasci…conosci il nemico, abbatti il fascismo!):
L’Intellettuale Dissidente è un punto di rottura con una classe dominante nazionale e soprannazionale complice di un sistema opprimente che ha abbandonato l’interesse generale come prima virtù della politica. Il nostro è un movimento trasversale, trans-ideologico; è un laboratorio d’idee che prova a riunire intorno a sé diverse scuole di pensiero intorno alla destra dei valori e alla sinistra del lavoro. Una sinistra patriottica, giustizialista, sindacalista e giuslavorista che affonda le sue radici nel passato e una destra morale, della resistenza, una destra “anti-capitalista” e sociale, tradizionalista e non reazionaria, che possa affermare un sistema di valori favorevole alla vita nazionale. Un movimento che nasce con un desiderio di riconciliazione nazionale contro i frazionismi passatisti e comunitari. Intorno all’unione del capitale e del lavoro contro le derive mercatiste e neoliberiste; intorno all’economia reale al servizio dell’uomo e del sociale contro la finanza apolide e artificiale; intorno all’Europa intesa come comunità di popoli e nazioni contro i speculatori e governanti non eletti; intorno alla libertà di espressione contro i dogmi parassitari del pensiero unico; intorno all’autodeterminazione dei popoli contro l’imperialismo, intorno alla propensione intrinseca dell’uomo verso il sacro e lo spirituale contro la società individualista, e consumista; intorno allo sviluppo reale contro il progresso inteso come forma di disumanizzazione della natura umana; intorno ad una “rivoluzione conservatrice” dei costumi e delle tradizioni contro il fenomeno cosmopolita del “cittadino del mondo”, vale a dire l’uomo-nomade che vive senza punti di riferimento, l’individuo standard e formattato, identico in ogni punto della Terra; intorno al concetto “nazionale” in quanto parametro culturale di riferimento, il quale non è l’unico possibile, ma risulta quello filosoficamente più accettabile. E quindi intorno alla sovranità nazionale – criterio necessario per salvaguardare la tutela dei cittadini-elettori ed il loro interesse generale – contro le sovrastrutture mondialiste. L’Intellettuale Dissidente è un’idea di giornalismo che lotta contro la disinformazione. È l’idea di un uomo che vive nel continuo superamento di sé stesso.
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