Scritto da: Nina Catalano 10 ottobre 2014 in Mangiare e bere Inserisci un commento 443 visite
E’ tempo di prepararsi alla festa di Halloween ma in Sicilia, a parte qualche piccola eccezione, si cerca la frutta martorana e i pupi di zucchero.
E’ vero, ci stanno provando in tutti i modi, ma quella che vorrebbe diventare una festa Americana impiantata in tutto il mondo, trova terreno poco fertile in un’isola come la Sicilia, dove il gusto ha la meglio su ogni maschera ( scherzetto o dolcetto) che si rispetti.
Alle zucche vuote, la Sicilia risponde con i dolci tipici
Solo lo scorso anno, nelle realtà più piccole come la provincia di Agrigento, Trapani e ancora Caltanissetta ed Enna, i pasticceri si sono dovuti improvvisare con una ulteriore produzione di dolci tipici della Sicilia per la festa dei Morti e Ognissanti, visto il consumo che si è registrato.
Sono andati a ruba taralli, mustazzoli e ossa di morti
Anche quest’anno le piccole e grandi pasticcerie della Sicilia si stanno organizzando sicuri del successone che i dolci tipici riusciranno ad avere. Forti della consapevolezza, che quella di Halloween, è una lotta impossibile fra tradizione e modernità!
Che poi la lotta non è per niente alla pari.
In Sicilia la festa dei morti è intrisa di amore e di rispetto della famiglia, dei cari e dei defunti. Proprio per questo la notte fra l’1 e il 2 novembre, si racconta ai bambini che i defunti vengono a farci visita, omaggiandoci dei doni, regali che puntualmente vengono acquistati dai genitori.
Non è forse questo un modo per mantenere vivo il ricordo ed i legami con le persone care che sono passate a miglior vita?
Poi la giornata trascorre con una visita solenne al cimitero, per salutare con un gesto ancora più concreto, i defunti. Accanto a questa usanza personale e sacra, oggi si accosta quella di Halloween dove negozi aperti in città vendono maschere di mostri e zombie per trascorrere la notte in discoteca, proprio quella del 31 ottobre.
Nessun simbolo accompagna la festa di Halloween, solo una zucca che va fortemente in contrasto con i nostri dolcetti tipici. Dolci che sono stati inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali d’Italia (P.A.T)
Sapete perché siamo soliti chiamarla frutta martorana?
La frutta martorana composta da pasta di mandorle e zucchero prende il nome dalla Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio o della Martorana costruita nel 1143 accanto al monastero benedettino situato nel centro storico di Palermo, dove le suore erano solite preparare l’ impasto sino alla metà del 1900.
La leggenda narra che l’idea di creare della frutta finta, a base di pasta di mandorla e zucchero, venne alle suore per accogliere nel migliore dei modi la visita del Papa presso il loro convento. L’abbondanza in Sicilia è sempre stato un chiaro segnale di accoglienza.