Alla fine del mese scorso sono stato per la prima volta a Pechino per presentare un lavoro del mio gruppo di ricerca al congresso mondiale di fisica medica ed ingegneria biomedica. Pechino non era in cima alla lista dei luoghi che mi sarebbe piaciuto visitare, ma andarci per lavoro è stato comunque meglio di un calcio nei denti. Ed infatti non ne sono tornato entusiasta, ma del resto nemmeno un Cinese che visitasse Roma nel modo in cui io ho visitato Pechino, nei singhiozzi di tempo libero concessi dai ritmi del congresso, sarebbe rimasto folgorato dall’Urbe.
Il congresso verteva su temi molto ampi. Anche troppo ampi; sfido chiunque a fare serenamente la scelta del seminario da seguire, sapendo che scegliendone uno sta anche non-scegliendo gli altri dieci che si svolgono contemporaneamente nelle altre sale.
Tra i contributi che più mi sono piaciuti c’è stato quello di Adriana Velazquez Berumen, originaria del Messico e direttore dell’unità di apparecchiature mediche presso l’organizzazione mondiale della sanità, a Ginevra. La Velazquez Berumen ha aperto la sua lectio plenaria con una doccia fredda: diamo per scontate le tecnologie alle quali noi dei paesi più sviluppati abbiamo facile accesso, come gli smartphones, i tablets, e poi le apparecchiature per elettrocardiogrammi e per gli esami del sangue negli ospedali, senza sapere che esiste un divario nella diffusione di apparecchiature tra i paesi più poveri e noi. Ed in alcuni luoghi, anche una semplice ecografia antenatale è un privilegio di pochissimi, come pure questo splendido video della mindray diffuso sulla rete cinese You-Ku mostra (scordarsi di YouTube in Cina, così come Google, WordPress, f’buk, twitter…). Ed eccola qui la doccia fredda:
- 1000 donne muoiono ogni giorno per complicazioni durante il parto;
- la polmonite uccide più bambini che non la malaria, l’AIDS e la tubercolosi messe insieme; non ci sono test di semplice uitilizzo, e l’unica cosa raccomandabile è che se il bambino fa più di 50 respiri al minuto, bisogna correre nell’ospedale più vicino e procurarsi degli antibiotici
Visibilmente commossa, ci ha lasciati con questi due messaggi che non ho nessuna scusa per non condividerli:
…Non c’è bisogno di spingere l’innovazione di un’apparecchiatura biomedicale sempre più in avanti, se allo stesso tempo non si cerca di abbassarne i costi di produzione e renderlo accessibile ai paesi più poveri.
Partecipate, partecipate volontariamente ai lavori delle associazioni professionali. Andate in strutture con scarse risorse e, vedrete, che quelle condizioni di povertà e ristrettezza vi faranno venire nuove idee. Troverete delle soluzioni.
E non ero il solo ad avere anche io una lacrimuccia.