L’idea della libraia per bambini nell’immaginario collettivo è solitamente una bella nonnina – fatina che vive in un mondo fatto di fiabe, favolette e gnomi, che sta tutto il giorno seppellita dai libri e circondata di musica classicheggiante o jazz e vagheggia scenari di bimbi danzanti.
Effettivamente credo sia questa visione più di altre a creare in molti di noi (me inclusa, ma in epoche ormai lontane) il sogno di aprirsi una libreria. Temo che di fondo ci sia sopratutto il concetto di un lavoro rilassante, di attesa-pace e di suggerimenti, consigli da dare ai nostri amati clienti.
Chiunque voglia o abbia idea di aprire una libreria assapora il gusto di pomeriggi invernali sorseggiando una tisana, leggendo un buon libro e aspettando l’acquirente perfetto.
Beh devo confessare che anche io lo vagheggiavo e forse in un qualche luogo, paese o mondo, questa idea è ancora valida.
Tuttavia, la mia vita da libraia ha virato la rotta. Non che non esistano quei pomeriggi in cui Centostorie è finalmente mia, riordino i libri, li abbraccio virtualmente tutti, penso a quanto è bello il mio lavoro e sorseggio la benedetta tisana.
Ma i restanti giorni io e la mia socia rimblaziamo come schegge impazzite cercando di trovare il bandolo.
Ecco un esempio lampante di nostra conversazione mattutina:
Aurora – “Eilà, buongiorno bella!” (tocca dirsi che la mia socia conserva sempre la buona educazione… ma se siete assidui lettori del mio blog lo sapete già).
Antonella – “Bella ciao, che hai visto la mail?”
Au. - “Sì, adesso rispondo a quella…”
An. – “Sì… no però poi c’è da chiamare distributore Alfa…”
Au. – “Sì, e tu hai sentito la mamma di X? Sono andata da Y, ma mi ha detto di andare da Beta. Ho chiamato Delta, ma non l’ho trovato. Se puoi, quando arrivi, lo chiami tu Gamma?”
An. - “Sì, ora me lo segno. Prima spedisco la newsletter e poi scrivo un post sul fenomeno Omega? Che dici: si metteranno paura?”
Au. – “Beh, direi di sì. Comunque ho ritirato le locandine per la lettura di sabato. Senti, scusa cosa abbiamo deciso per il contratto di Tao?”
An. – “Tao? E mo’ chi è ’sto Tao?”
Au. “…” (silenzio-panico)
E così per tutte le lettere dell’alfabeto greco e poi arabo e via dicendo.
Il mio è il mestiere dell’imprenditore (piccolo eh… ma sempre imprenditore sono) che se non produce non guadagna e che se non crea non vende.
E sopratutto, il mio è il mestiere nuovo del libraio, con l’idea in testa che se non vado a pescarmi anche l’ultimo acquirente per porta, per casa, per scuola e per web come un navigante in mezzo ai mari in cerca di pesca miracolosa, il mio sogno svanisce ad ogni aurora.
Convinta che quei pomeriggi di cui sopra a sorseggiar tisane debbano per necessità e per amore di una lavoro ben fatto essere il numero più vicino allo zero.
E poi sappiatelo: ho ancora 30 anni e non 910, non amo molto fatine, animaletti e gnomi e la musica che ascolto durante le pause non è esattamente classica…