23 gennaio 2010. A Favara crollò una palazzina e morirono le due sorelline Bellavia. L’opinione pubblica fu sconvolta, le dichiarazioni dei politici furono tante con sdegno e volontà di cambiare le cose.
Ma due notti fa c’è stato un altro crollo, in via Carlo Reale Vullo, a pochi passi da via del Carmine. I favaresi hanno avuto paura, si sono risvegliati di colpo in un incubo già vissuto.
Nessun essere umano coinvolto, comunque. I carabinieri, all’agenzia Adnkronos, hanno detto che la palazzina crollata faceva parte degli “edifici transennati che dovevano essere abbattuti“. Ed hanno aggiunto: “Nessun allarmismo. L’edificio era fatiscente. Da tempo era stato messo in sicurezza in attesa dell’abbattimento. Un crollo quasi ‘programmato’, insomma che non deve destare alcun allarme”.
Evidentemente i carabinieri, in questo caso, non hanno parlato con cognizione di causa. Perché l’edificio non è crollato in seguito ad un intervento umano o in virtù dello Spirito Santo. Ma da solo.