Mentre si sveglia la città. La luce che erode spazio al buio e lo schiaccia verso l'alto gettandolo fuori dalla propria visuale. Autobus, macchine, cancelli e portoni che scattano, s'aprono e sbattono richiudendosi nel silenzio di un vicinato che ancora indugia disteso tra le coperte.
La radio mi racconta l'ultimo giorno del mondo, mentre il caffè sul fuoco riempie del suo aroma e del suo gorgoglio la piccola casa. La gioia del sapore dello stesso al risveglio - il più buono della giornata per una giornata che non ha alcun inizio se quello non c'è.
La fetta di torta di mele mangiata in piedi mentre bagno le piante e passo in rassegna nella mente tutto ciò che devo e voglio fare di questo 'oggi'. E girare a vuoto, accendere il pc, vedere chi c'è online e quali proposte di riflessione mi danno gli amici dalla rete.
Per poi andare in bagno, farmi una bella doccia, cospargermi di qualche crema profumatissima alle mandorle, al pompelmo o al the verde a seconda della stagione che voglio indossare (eh sì: a ciascun profumo la sensazione di una stagione indipendentemente da quella reale).
Infine riporre le tette nella gabbietta (il reggiseno), ricoprire il tutto con caldi vestiti, riempire la borsa rendendola - come dice Catalano - "un portale dimensionale verso la sfera dell'entropia" e partire alla conquista del mondo (la missione di tutti i giorni che prima o poi porterò a termine, statene certi).
Buona conquista del mondo anche a voi! ;-)






