AMA ROMA SpA: gattini uccisi per divertimento dagli operai

Da Eloisa @EloisaMassola

L'articolo del "Corriere della Sera"

ROMA - Il sito di Ama Roma SpA (azienda municipalizzata che si occupa di molti servizi urbani, tra cui lo smaltimento dei rifiuti) è impeccabile: bella grafica, tante sezioni da consultare... Unica pecca: non è ben chiaro quale indirizzo e-mail o numero telefonico si debba contattare in caso di reclami. Si può chiedere informazioni riguardo alle tasse da pagare, ma in quanto a comunicare con la ditta... forse è meglio lasciar perdere.
Già. Perché non è tutt'oro quello che luce e l'Ama di certo non fa eccezione.
Dopo lo scandalo relativo al deposito di Rocca Cencia, relativo al comportamento alquanto discutibile di alcuni operai (dediti al consumo di cocaina e ad altre attività illecite sul luogo e durante l'orario di lavoro), non solo la situazione di quel centro Ama non è migliorata, ma (apprendiamo dai giornali) certi discutibili personaggi occupano ancora fieramente il loro posto di lavoro e si macchiano - questa volta - del reato di maltrattamento di animali.
A farne le spese i poveri gatti randagi che stazionano nei pressi del deposito.
Stando a quanto raccontano il "Corriere della Sera" e "Il Messaggero", infatti, sembra che un operaio cinquantenne (P. L.) si sia divertito a uccidere, sbattendoli a terra con violenza, alcuni gattini nati da pochi giorni e rinvenuti da un collega, Christian Castaldi, nei pressi dello stabilimento.
Castaldi, di fronte a questo gesto crudele, avrebbe tentato di difendere i gattini e sarebbe stato per questo percosso selvaggiamente dal collega, che lo avrebbe minacciato: «Ti faccio fare la fine del gatto». Alla fine della collutazione, P. L. avrebbe ucciso un altro gattino, sbattendolo con violenza proprio contro il petto di Castaldi, in segno di spregio.
Christian, in seguito al pestaggio, ha dovuto essere ricoverato al Pronto Soccorso, dove gli è stato riscontrato un trauma cranico.
Rivoltosi al suo capoturno per avere giustizia e per segnalare il reato penale compiuto ai danni dei gatti, sarebbe stato ammonito: «Se P. L. ti ha picchiato, è stato perché te lo meritavi». Pochi giorni dopo l'Ama comunica a Christian che verrà licenziato.
L'espisodio che vi abbiamo raccontato è grave e intollerabile per due motivi: per la crudeltà gratuita con cui i micetti sono stati uccisi in barba a tutte le leggi (ricordiamo, per l'ennesima volta, che le colonie feline sono - o dovrebbero essere - tutelate ai sensi della legge 281 del 1991), da un lato; e per la barbarie con cui è stato trattato (dai colleghi prima e dall'Ama stessa poi) un uomo onesto, che ha avuto il coraggio di opporsi a un'ingiustizia.
Forse, in qualche altra parte del mondo, Christian avrebbe ottenuto soddisfazione, in nome delle piccole vittime della malvagità umana. In Italia, invece, è diventato vittima egli stesso, costretto a tacere dalla violenza e dal clima di omertà e connivenza che pervade le pieghe più sottili del nostro tessuto sociale.
Natividad continuerà a seguire questo caso, sperando di potervi dare presto notizia di una mobilitazione generale a favore di Christian e dei gatti del deposito Ama di Rocca Cencia.

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