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amalgamare bene gli ingredienti con il calore delle proprie paure

Creato il 25 novembre 2012 da Plus1gmt

Insegnate ai vostri bambini a pastrugnare la materia prima, ma prima anche nel senso di prima che ne abbiano schifo di toccarla allo stato informe e crescano schizzinosi. Una conseguenza della nostra attitudine a non sporcarci le mani che passiamo a loro come tutto, del resto. Dall’educazione dello stare a tavola, alla ricchezza del vocabolario fino a cose più rarefatte come l’equilibrio sulla trave o la coscienza civica, quella che ci fa essere in regola con i nostri doveri all’interno della società e ci consente poi di tollerare piccole malefatte come eccezioni quotidiane. I nostri figli allo stato brado mettono le mani dappertutto e siamo noi, di riflesso e basandoci sulle nostre impressioni, a influenzare loro su cosa è piacevole e cosa no. Avete presente, vero? Quando utilizziamo la scusa del non sporcarti i vestiti puliti mettiamo fine alla possibilità di dover risolvere qualcosa di cui non saremmo in grado, o che davvero ci repelle e pensiamo che sia oggettivamente così. Che si traduce nel creare talvolta duplicati dei genitori di fronte a questioni irrisolvibili che magari, se lasciati a sé, i bambini se la cavano alla grande. L’avere a che fare con gli ingredienti puri di un torta durante un corso di cucina per i più piccoli ecco che diventa un ricco spunto per metafore molto più complesse tanto che stiamo lì (e questa prima persona plurale la utilizzo solo per farmi un po’ di compagnia nella solitudine di questo racconto) dicevo stiamo lì sul chi vive perché avendo dimenticato come si plasmano gli elementi per dare vita a un miscuglio e poi a una creatura assemblata, il trovarsi di fronte a componenti informi può metterci in crisi. E la cosa che temiamo di più è il cattivo esempio che in questi casi si dà ai bambini. Bisogna fare di tutto affinché loro non crescano con i nostri blocchi psicologici e che la sensazione tattile con materiali cotti e serviti come la carta, la plastica e il truciolato mdf costituiscano l’unica esperienza raccontabile con l’indefinito.

Che poi non è così brutta come la si dipinge e, a pensarci bene, anche noi adulti poi alla fine non ce la caviamo male. Magari uno pensa che nella vita pulire i neonati e cambiare pannolini sia un procedimento barbaro con il quale non si cimenterà mai. E invece eccoci qui, al terzo o quarto incidente di percorso siamo diventati tutti nurse impeccabili. Certo, magari anche con metodi poco ortodossi, ma comunque efficaci. Oppure per chi non è cresciuto in campagna rimuovere bestie a sangue freddo con il proprio, di sangue freddo, da posti in cui non dovrebbero soggiornare, per esempio cavallette o cimici. Così piccole che non dovrebbero far paura, ma così ripugnanti nell’aspetto che ci sembrano giganti irriducibili. Ebbene no. Alla prima occorrenza si prendono e si allontanano anche quelli. Ma anche cose meno cruente come aprire una lattina di cibo per gatti alle sei della mattina quando siamo cresciuti a inalare effluvi di caffè e focaccia appena sfornata perché ai lavori sporchi ci pensava qualcun altro. Ecco, alla fine si fa anche quello, tra le cose che si pensa che non siano alla nostra portata. Per esempio, quanti di noi si trovano a disagio figurandosi di accudire all’igiene di persone anziane di grado di parentela molto vicino a noi e non più autosufficienti. Ora, non dico domani né il giorno dopo, ma può essere che un dì saremo messi alla prova anche in questo. E chissà, abituarsi a mescolare farina uova e non so cos’altro a mani nude a nove anni magari almeno non ti fa venire in mente, poi da grande, questo genere di cose a un corso di cucina.



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