Dei quattro deputati eletti a Rimini, conosco soltanto Tiziano Arlotti. Tramite lui invio pure ad Emma Petitti, sua collega
del Pd, Sergio Pizzolante (Pdl) e Giulia Sarti ("grillina", come suol dirsi), i migliori auguri per un proficuo lavoro. Lo faccio rispolverando dall'archivio alcune mie vecchie pagine in cui si
parla di politica. Nel 2002 mi rivolgevo direttamente ad Arlotti, a commento di una sua lettera apparsa proprio sul "Ponte" sotto il titolo significativo di "C'era una volta la politica", in cui
(trattando del suo lavoro di assessore all'Urbanistica) egli concludeva che "alla politica spetta il compito di denudare il Re".
Mi permettevo di osservare: "La classe politica dirigente di quella che, con una convenzione retorica, chiamano della Prima Repubblica, non aveva personalizzato il potere (non c'era nessuna
dittatura di un singolo uomo per ogni partito), ma aveva trasformato i partiti in quell'assieme di potere che permetteva di controllare tutto e tutti, per cui impunemente si praticava
l'istituzione della tangente, con la scusa che era necessaria al mantenimento delle istituzioni-partito, ed allo svolgimento delle loro funzioni nella società civile".
I freschi esiti elettorali per la prima volta hanno terremotato quel sistema che richiamavo nel 2002, e che è continuato (aggravandosi) sino ad oggi. Nel 2005 (Tama 921) ricordavo che a Rimini in pochi mesi due assessori avevano lasciato la Giunta comunale: Arlotti, come un
carabiniere "uso a obbedir tacendo", e Lugaresi concedendo interviste. Restava la sostanza solita delle "mani sulla città", aggiungevo, chiedendomi: chi guida realmente le scelte
urbanistiche?
Lo scorso ottobre (Tama 1100) riandavo alle dimissioni di Arlotti nel 2005, citando il piano
urbanistico del 2007 che prospettava una colata di nuovo cemento su una Rimini ridotta ad immenso mostro urbanistico. Nello stesso 2007, altrove ho scritto un intervento un po' urticante per gli amministratori riminesi, intitolato: "Se la politica strizza l'occhio ai
palazzinari". Nel Tama 1100 ho ribadito che a Rimini avevano continuato a sognare i grattacieli in
stile Dubai sul mare, proprio quando si stava rivelando la crisi economica mondiale. Scusi il lettore questa antologia utile per sottolineare come sia fuori luogo a Rimini lo stupore odierno
davanti al calo dei consensi delle vecchie parti politiche, calcolato dall'Istituto Cattaneo di Bologna in -11,12% per il Pd, e -15,89% per il Pdl. [Anno XXXII, n. 1118]
Fuori Tama 1118
Antonio Montanari
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"il Ponte", settimanale, n. 10, 10.03.2013, Rimini