Domenica pomeriggio d’animazione al Teatro D’Atti nel centro storico di Rimini. Sul palco dell’Amarcort la direttrice artistica del Cartoon Club (il Festival Internazionale del cinema d’animazione, del fumetto e dei games) Sabrina Zanetti spiega che il lavoro dei giurati non è stato facile per la ricchezza e la qualità delle opere in gara; la loro varietà, data da provenienze geografiche differenti, dalle diverse tecniche utilizzate e dalle storie raccontate arricchisce un panorama dove convivono sia firme storiche dei corti d’animazione, come i catalani Ana Solanas e Marc Ribas che giovani emergenti, studenti come la russa Dina Velikovskaya. “Opere ben fatte e con gran cuore”, queste le parole di Sabrina Zanetti, in giuria al Festival per la sezione Rex dedicata ai corti d’animazione, sottolineando che nonostante si tratti di un genere che ha a disposizione tecniche che mettono l’accento sull’immagine, questo non esclude la ricchezza dei contenuti e la forza delle emozioni.
Afghan Doll di Mohammad Abedian è la storia di una bambina che cuce con amore una bambola e cerca di salvarla dalla guerra, che si intuisce dall’eco dei bombardamenti e dallo sguardo terrorizzato della piccola; segue Ax scritto e diretto dall’iraniano Mashaallah Mohammadi; Bendito Machine V – Pull the Trigger di Jossie Malis e prodotto da Canal+ è la storia del mondo dalla preistoria fino ai giorni nostri e del tentativo un po’ rocambolesco di alcuni extraterrestri di far visita al nostro Pianeta; Canis dei catalani Marc Ribas e Anna Solanas ci propongono una storia di sopravvivenza, fatta di cannibalismo violenza, ma anche di sentimenti e della speranza di una nuova vita, nonostante le brutture l’odio e l’egoismo individuale; Coincidenze di Paola Luciani è semplice ed essenziale con una tecnica che ricorda il carboncino; Emilie di Olivier Pesch è la storia di una bambina, figlia di uno scienziato alle prese con una nuova invenzione; la bambina riesce insieme alle sue amiche scimmie a utilizzare vecchi rottami per rimboschire una foresta; Inverno e Ramarro di Julia Gromskaya ospita l’attrice Valentina Carnelutti, come voce narrante; Mehanicko di Manuel Sumberac è il tentativo di un vecchio artigiano di riparare una bambola meccanica appartenente alla giostra di un campanile, inserendole un cuore umano; Momentos dell’argentino Pablo Polledri esplora le diverse fasi della vita dell’uomo; My strange Grandfather è il saggio finale di Dina Velikovskaya, studentessa moscovita; Polveri in amore di Paolo Gattuso è una deliziosa storia d’amore di due batuffoli di polvere, accompagnata dalla simpatica canzone di Stefano Masera; Provoda di Tatiana e Marina Moshkova ci riporta indietro al telefono coi fili; chiudono la programmazione The present di Jacob Frey e Vélo Coco Radio di Antoine Vienne che affronta in pochi attimi l’ascesa e la caduta del comunismo, un vecchietto a bordo di una bicicletta che va a sbattere contro la statua di Lenin (accecato dai volantini falce e martello fatti volare dal vento….forse metafora dell’ideologia?)
Questa settima edizione dell’Amarcort, che si è chiusa l’8 dicembre, oltre ai corti d’animazione della sezione Rex, le sezioni Amarcort, Gradisca, la sezione fuoriconcorso Visioni Riminesi, tutte dedicate ai cortometraggi, quest’anno ha esteso il programma ad una sezione dedicata ai lungometraggi e al concorso fotografico Paparazzo. E ci auguriamo che cresca ogni anno di più, sotto la buona stella (e la sciarpa) del cineasta riminese più illustre.
Anna Quaranta