Questo video della ONG inglese Age UK riesce, in soli 39 secondi, ad avere completamente ragione e completamente torto.
Da una parte esprime un'attitudine verso l'invecchiamento che e' senza dubbio encomiabile e che se fosse accettata dalla societa' nel suo insieme renderebbe la terza eta' meno problematica per chi la vive. Dall'altra, il video si apre con una frase che da queste parti non puo' essere condivisa: "Non c'e' una cura per l'invecchiamento, perche' l'invecchiamento non e' una malattia"...
Mi sembra che cio' rappresenti perfettamente l'attitudine ancora prevalente, descritta da Aubrey de Grey come una pro-aging trance, o trance pro-invecchiamento: "l'impulso a raggiungere conclusioni imbarazzantemente ingiustificate allo scopo di non dover confrontare l'orrore dell'invecchiamento". Si tratta di una semplice strategia psicologica (ma evidentemente deve essere molto efficace, vistane la diffusione) che ci permette di accettare il nostro lento declino psico-fisico.
Cosa vediamo guardando i volti scavati dagli anni delle persone nel video qui sopra? Vite, amori, gioie e tragedie vissuti nel corso di sette, otto e piu' decadi? Esseri umani pieni di dignita', storie di vita e saggezza? Certamente. Persone degne di affetto e rispetto? Assolutamente. Ma questa trance ci fa ignorare l'insopportabile verita'. I corpi ovviamente fragili, i sistemi immunitari compromessi, le memorie che lentamente scompaiono, e il tragico ed innegabile fatto che queste persone sono sull'orlo del baratro: bastera' qualche anno ancora e non saranno piu' con noi... E' meglio non pensarci. D'altra parte, che possiamo fare, oggi come oggi, per queste persone la cui data di scadenza si avvicina inesorabile? Ben poco, e qui sta la forza della trance pro-invecchiamento.
A meno che... A meno che non abbiate intravisto il futuro: quello della medicina rigenerativa, delle cellule staminali, delle biotecnologie e, piu' avanti, delle nanotecnologie - e di tutte le varie tecnologie emergenti che hanno il potenziale di estendere radicalmente la nostra speranza di vita.
Sospetto che una volta realizzate le prime, tangibili, terapie longeviste, lo zeitgeist cambiera' rapidamente. Il che, a sua volta rimettera' in discussione la natura stessa dell'invecchiamento. Quando esso sara' ricononosciuto per quella malattia degenerativa che di fatto e', si cominicera' a discutere come garantire l'accesso alle terapie longeviste alle sue vittime, come incoraggiare e sostenere la ricerca in quella direzione, etc. Ovviamente non abbiamo ancora raggiunto questo scenario, ma molti recenti sviluppi fanno ben sperare (veri qui, qui e qui per tre recenti esempi).
Cosa succedera', in quello scenario, alla trance pro-invecchiamento così ben illustrata dal video di Age UK? Evaporera' come acqua al sole o si evolvera' in una qualche altra forma di resistenza anti-longevista? Oggi mi sento pessimista, per cui scommetto sulla seconda possibilita'...
Magazine Ecologia e Ambiente
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